Versailles Città della Francia settentrionale (86.969 ab. nel 2001), capoluogo del dipartimento di Yvelines. Si estende 15 km a O-SO del centro di Parigi, della cui agglomerazione fa parte.
Si sviluppò dalla fine del 17° sec. come residenza reale, dopo che il 7 maggio 1682 Luigi XIV vi ebbe fissato la sede della corte e del governo. A V. il 5 maggio 1789 si riunirono gli Stati generali. Il 6 ottobre Luigi XVI lasciò con la famiglia il castello. Da allora ebbe inizio la decadenza della città. Occupata dai Tedeschi nel 1870, il 18 gennaio 1871 il re di Prussia vi fu incoronato imperatore di Germania. Poco dopo vi si stabilì, fino al 1879, l’Assemblea nazionale, che fu detta appunto Assemblea di V.: costituita da una maggioranza conservatrice e monarchica, dovette affrontare il problema della pace con la Germania e quello della repressione della rivolta parigina della Comune. La forma repubblicana dello Stato venne approvata il 30 gennaio 1875. Nacque così la Terza Repubblica.
Il piano topografico della città, nella sua parte centrale (ai cui margini si sono affiancati nel 19° sec. quartieri industriali di pianta meno regolare) ha una configurazione molto regolare secondo uno schema scenografico caro al barocco, con tre strade principali convergenti da lati diversi sulla piazza d’Armi, vastissima piazza che fronteggia il Castello. A NE della parte centrale, il quartiere cittadino dell’epoca di Luigi XIV ha per centro la piazza Hoche e la chiesa di Notre-Dame (J.H. Mansard, 1684). Sotto Luigi XV fu costruito il quartiere sud intorno alla chiesa di Saint-Louis (1742-54), poi cattedrale. Il primo nucleo del Castello fu un padiglione di caccia eretto da Luigi XIII (1624), restaurato e ampliato (la ‘cour de marbre’) da Luigi XIV dopo il 1661. Nel 1668 L. Le Vau rivestì tre lati di questo edificio con nuove costruzioni, elevando un’ampia facciata sul parco, la cui sistemazione era stata iniziata nel 1666 da A. Le Nôtre, che ne fece il capolavoro dei giardini alla francese, decorandolo di splendide fontane e di statue. Nel 1678 Mansard trasformò il castello verso i giardini: la costruzione di Le Vau, modificata, divenne la parte centrale di un vasto complesso. A partire dal 1687 fu costruito il Grande Trianon. Verso il 1690 il castello ebbe il suo aspetto quasi definitivo. Vi fu aggiunta in seguito la cappella (Mansard e R. de Cotte). Sotto Luigi XV, nuovi ampliamenti furono fatti da G. Gabriel, che costruì anche il classicheggiante Piccolo Trianon (1766), nel cui parco è il celebre Hameau (villaggio) di Maria Antonietta. Luigi Filippo iniziò il restauro del Castello e lo trasformò in museo (galleria delle Battaglie, galleria degli Specchi).
Trattato di V. del 1756 Concluso il 1° maggio tra la Francia e l’Austria per realizzare un accordo difensivo contro la minaccia della Gran Bretagna e della Prussia, capovolse i tradizionali rapporti politici europei («rovesciamento delle alleanze») e fu confermato dal trattato pure sottoscritto a V. il 1° maggio 1757, con il quale la Francia entrò a fianco dell’Austria contro la Prussia nella guerra dei Sette anni. Trattato del 1768 Stipulato il 15 maggio tra Francia e Repubblica di Genova, stabilì la cessione della Corsica al re di Francia, dietro un indennizzo di 2 milioni di lire. Trattato del 1783 Concluso il 3 settembre, contemporaneamente al trattato di Parigi, regolò i termini della pace tra la Gran Bretagna e gli Stati europei intervenuti nella guerra d’Indipendenza americana. Trattato del 1919 È uno dei trattati che posero fine alla Prima guerra mondiale. Sottoscritto il 28 giugno dalla sconfitta Germania e dalle potenze alleate e associate vincitrici, stabilì: alla Francia, attribuzione definitiva dell’Alsazia-Lorena e temporanea della Saar; al Belgio, i distretti di Eupen e di Malmédy; alla Danimarca, lo Schleswig settentrionale; alla Polonia, l’Alta Slesia, la Posnania e il Corridoio polacco; Danzica, città-Stato libera sotto la protezione della Società delle Nazioni; alla Lituania, Memel con uno statuto autonomo; tutti i fiumi tedeschi internazionalizzati; occupazione per 15 anni della sinistra del Reno, con le tre teste di ponte di Colonia, Coblenza, Magonza (a garanzia dell’esecuzione del trattato); le colonie tedesche a Francia, Gran Bretagna e Giappone; la Germania s’impegnava al pagamento delle riparazioni e inoltre si obbligava a tenere un esercito di 100.000 uomini, una flotta di 108.000 t e a non disporre affatto d’aviazione. La parte I del trattato conteneva lo statuto della Società delle Nazioni (art. 1-26).