xeno (o xenon) Elemento chimico del gruppo dei gas nobili; simbolo Xe, numero atomico 54, peso atomico 131,29; ne sono noti 9 isotopi stabili. È presente nell’aria atmosferica, nella concentrazione di 0,000008% in volume, e anche in gas di emanazioni vulcaniche; fu scoperto nel 1898 da W. Ramsay nei residui dell’evaporazione dell’aria liquida. Gas incolore, inodore, di densità pari a 5,90 g/dm3 (a 0 °C e pressione atmosferica); a pressione atmosferica ha temperatura di fusione di −111,8 °C e temperatura di ebollizione di −108,1 °C. Come gli altri gas nobili, si ottiene come sottoprodotto durante la produzione dell’ossigeno e dell’azoto per distillazione dell’aria liquida. Lo x. insieme al cripto presenta un punto d’ebollizione più alto di quello dell’ossigeno; si ritrova nelle zone delle colonne di distillazione contenenti le frazioni più ricche di ossigeno e la separazione si esegue di solito per adsorbimento selettivo a bassa temperatura su gel di silice insieme al cripto, dal quale poi si separa per adsorbimento e desorbimento su carbone attivo. Si usa nelle lampade (➔ lampada).
In medicina, lo x., per la sua azione narcotica, è stato largamente impiegato nelle ricerche sull’anestesia; inoltre, il suo isotopo radioattivo 133 è utilizzato in particolari tecniche diagnostiche.
Tra i gas nobili, lo x. è quello che presenta minore inerzia chimica. Il primo composto dello x. (e in assoluto primo composto di un gas nobile) a essere isolato fu l’esafluoroplatinato di x., XePtF6, sintetizzato nel 1962 da N. Barlett. Successivamente sono stati preparati numerosi altri composti dello x., i più stabili dei quali sono quelli che contengono fluoro e ossigeno. Sono noti, per es., il difluoruro XeF2, il tetrafluoruro XeF4, l’esafluoruro XeF6 (tutti ottenibili dagli elementi per reazione ad alta temperatura o per mezzo di scariche elettriche), il triossido XeO3, l’ossodifluoruro XeOF2 ecc. Lo x. forma inoltre clatrati con acqua e con composti organici (idrochinone, fenolo ecc.).