Zanzibar Isola dell’Oceano Indiano (1660 km2 con 719.000 ab. nel 2006), presso la costa dell’Africa centro-orientale, da cui la separa il canale omonimo (largo soli 50 km), politicamente compresa nella Tanzania. Di natura granitica, è percorsa da lievi ondulazioni collinari (altezza massima 160 m). La popolazione è costituita in prevalenza da Bantu e Swahili, con significative minoranze indiana e araba. Il clima monsonico (temperatura media di 28 °C, con 1500 mm annui di precipitazioni) ha favorito una svariata gamma di colture, che si sono da tempo imposte sulla vegetazione naturale. Tuttavia, le vecchie piantagioni di spezie di ogni tipo sono ormai in crisi, sia perché i metodi di conduzione e le tecniche agronomiche non si sono modernizzate, sia perché i suoli mostrano segni di esaurimento. Anche le piantagioni di chiodi di garofano, che costituivano la specialità dell’isola, sono in difficoltà, soppiantate da quelle più moderne della vicina isola di Pemba. Insieme all’agricoltura, la pesca rappresenta un’altra importante fonte di reddito. L’economia tradizionale è stata affiancata negli ultimi decenni dal turismo, in continua espansione. Il capoluogo, Z. (205.870 ab. nel 2002), fondato nel 16° sec. dai Portoghesi, è vivace centro commerciale e culturale.
Suddivisa amministrativamente in tre regioni (Z. meridionale, Z. occidentale, Z. settentrionale), Z. è dotata di ampia autonomia nell’ambito della Tanzania.
Nei sec. 9°-10° si stabilirono a Z. elementi arabi musulmani, provenienti dall’Egitto, dall’Arabia e dalle coste meridionali della Persia. Tra le varie signorie da essi fondate, emerse il sultanato di Kilwa, che abbracciava, oltre la zona costiera, l’isola vera e propria, e la cui classe dominante era costituita da Arabi dell’Hadramaut e dell’Oman. Esso si mantenne per oltre 5 secoli, e solo ai primi del 16° sec. fu abbattuto dai Portoghesi, che occuparono Kilwa e Mombasa. Nel 17° sec. alla signoria dei Portoghesi succedette quella degli imām di Mascat. Nella prima metà dell’Ottocento, Z. entrò a far parte del vasto dominio di Sa‛īd ibn Sulṭān, imām dell’Oman. Ma morto Sa‛īd nel 1856, i suoi territori continentali (che comprendevano la costa dell’Africa Orientale da Capo Delgado al Benadir, con larga zona del retroterra) andarono smembrati tra Germania, Italia e Gran Bretagna. Nel 1890 anche quanto rimaneva del sultanato (cioè l’isola di Z. e le isole vicine) passò sotto il protettorato britannico con il nome di Sultanato di Z. e Pemba. Il sultanato ottenne l’indipendenza nel 1963, ma quasi subito una rivoluzione, sostenuta dalla maggioranza nera contro la minoranza araba dominante da secoli, proclamò la repubblica. Il 27 aprile 1964 la Repubblica si federò con il Tanganica e costituì la Tanzania (➔).