Sultanato dell’Asia sud-occidentale. Il suo territorio occupa tutto l’angolo sud-orientale della Penisola Arabica, tra lo Yemen e gli Emirati Arabi Uniti, mentre si affaccia per circa 1600 km sull’Oceano Indiano (Mare Arabico) e sul Golfo di O.; verso l’interno i confini con l’Arabia Saudita, incerti e imprecisi, si confondono nelle sabbie del ar-Rub al-Khali. È parte integrante del Sultanato anche l’estremità della Penisola di Musandam, di grande importanza strategica, avanzata com’è sullo Stretto di Hormuz. Dal settembre 1967 appartengono all’O. le Isole Kuria Muria.
L’elemento geomorfologico caratterizzante la porzione nord-orientale del paese è il Gebel al-Akhdar che incombe con le sue pendici scoscese su una breve pianura costiera (al-Batinah), fertile e irrigata, dove allo sbocco degli uidian si succedono i centri abitati e le oasi. Accanto a una morfologia per lo più tabulare, non mancano le forme erte o aspre, come nella sezione mediana che s’innalza nel Gebel Sham (3017 m), la cima più elevata del paese. A O la montagna declina progressivamente verso l’altopiano interno, al cui piede, lungo il deserto, si allinea una lunga serie di oasi. Al di là, si estendono le distese sabbiose del ar-Rub al-Khali. Isolata dal resto del paese si eleva, all’estremità sud-occidentale, la regione dello Zufar che culmina a 1463 m, segnando l’ultimo tratto del rilievo costiero dell’Arabia meridionale.
Il clima è tropicale arido, ma determinanti sono pure i monsoni di NE (in inverno) e di SO (in estate), l’altimetria e la disposizione dei rilievi. Le temperature si mantengono generalmente elevate (o sono addirittura torride); scarse sono in genere le piogge (100-160 mm). Mancano del tutto i fiumi perenni: solo gli uidian, che drenano i versanti montuosi meglio irrorati, convogliano acqua durante i periodi piovosi.
La compagine umana è formata in prevalenza da Arabi, accanto ai quali convivono, specie nei centri rivieraschi, minoranze di Indiani, Pakistani, Egiziani e Africani. Della popolazione, che al censimento del 1993 (il primo nella storia del Sultanato) era di 2.018.074 ab. ed era divenuta 2.340.815 al censimento del 2003, fanno parte circa 600.000 lavoratori stranieri. Il movimento naturale fa registrare un saldo positivo superiore al 3,2 medio annuo. Oltre l’80% della popolazione vive in aree urbane; le aree di maggiore addensamento umano sono quelle costiere del Mascat e dello Zufar, assieme ad alcune oasi dell’interno (Nazwa, al-Buraymi). Con Mascat, la capitale, centri di maggiore consistenza demografica sono Salalah, Matrah e Suhar. Si professa la religione musulmana.
La scoperta e l’estrazione del petrolio hanno innescato una serie di iniziative tendenti a far uscire il paese dall’immobilismo medievale in cui era rimasto fossilizzato per secoli. L’impegno principale è stato diretto alla realizzazione di infrastrutture civili, che ha comportato una notevole crescita dell’industria del cemento e delle costruzioni. Il petrolio viene estratto soprattutto dai pozzi di Ghaba, Habur e Zufar, collegati mediante oleodotto (km 280) al porto di Mina al-Fahal (sede di una raffineria) per la commercializzazione. L’O. possiede anche grandi riserve di gas naturale (estratto a Shams, Rafash, Habiba, Khulud; impianto di liquefazione a Mascat) nelle quali il governo sta investendo in modo massiccio. Si estraggono anche cromite, rame, oro e argento. Le riserve petrolifere consentiranno, al ritmo attuale di estrazione (oltre 44 milioni di t annue), poco più di 15 anni di produzione, e per tale motivo è stata avviata una politica di diversificazione dell’apparato produttivo che dovrebbe portare alla consistente riduzione del contributo del petrolio alla formazione del reddito nazionale, al potenziamento del settore del commercio e del turismo, allo sviluppo delle attività manifatturiere, delle costruzioni e, come già detto, del settore del gas naturale. L’attenzione dello Stato è rivolta inoltre alla formazione di manodopera qualificata locale, per ridurre la forte dipendenza dal lavoro straniero.
L’agricoltura, seppur aiutata da svariate iniziative, opera su spazi modesti ovunque esistono condizioni possibili: fornisce datteri e agrumi, che alimentano una crescente esportazione, nonché cereali, tabacco, e ortofrutticoli, destinati prevalentemente al fabbisogno interno. Attività tradizionale e sovente complementare è l’allevamento caprino, ovino, bovino e dei cammelli, che sono considerati tra i migliori dell’Arabia. La pesca è largamente praticata dalle popolazioni rivierasche lungo tutto il perimetro costiero. Le attività industriali sono sviluppate nei settori metallurgico (lavorazione del rame), chimico, tessile e del cemento.
Le comunicazioni terrestri si avvalgono di una rete stradale di circa 41.600 km. Le linee aeree fanno capo agli aeroporti internazionali di Seeb (Mascat) e di Salalah. I traffici marittimi hanno i loro maggiori porti, oltre che a Mina al-Fahal, a Matrah e a Mascat.
La bilancia commerciale si mantiene attiva, grazie all’esportazione di idrocarburi; si esportano anche datteri, frutta, pesce, tabacco e incenso (raccolto sui rilievi dell’interno); si importano macchinari industriali, prodotti alimentari e beni strumentali.
Sede, dalla metà dell’8° sec., di un imamato ibadita, dal 1741 è governato dall’attuale dinastia, Āl Bū Sa‛īd, che ha sostituito al titolo di imām quello di sultano. Nel 1798 il Sultanato di Mascat e O. (denominazione del paese fino al 1970) firmò con l’Inghilterra il primo di numerosi trattati di amicizia sui quali si basò un regime di semiprotettorato durato fino al 1971 quando Sa‛īd ibn Taymūr, sultano dal 1932, venne destituito dal figlio, Qābūs ibn Sa‛īd, che rivendicò la piena indipendenza del paese e ne avviò la modernizzazione, agevolata dalle ricche rendite petrolifere. Nel 1981 l’O. costituì insieme ad Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar il Consiglio di cooperazione del Golfo, e avviò un rafforzamento dei rapporti con gli USA; nel 1985 allacciò relazioni diplomatiche con l’URSS e durante la crisi del Golfo (1990-91) si schierò a favore della coalizione anti-irachena.
Il paese non possiede una Costituzione scritta e il sultano dispone del potere assoluto. Una prima parziale modernizzazione della struttura politica, volta ad ampliare le basi del consenso al regime, fu avviata nel 1991. Nel 2002 venne esteso il diritto di voto per il Consiglio consultivo a tutti i cittadini che avessero compiuto i 21 anni e poco dopo la concessione fu estesa anche alle donne. Nel 2003 si svolsero le prime elezioni con il corpo elettorale allargato, che portarono per la prima volta le donne alla carica di ministro. Al principio del 2006 fu firmato un importante accordo di libero commercio con gli USA.
Le ricerche archeologiche dell’ultimo decennio del 20° sec. nel settore meridionale del Golfo Persico hanno fornito importanti testimonianze di insediamenti databili tra il 5° e il 4° millennio a.C. Le più antiche culture locali sono state identificate nelle aree di Mascat, di Ras al-Hadd e Ras al-Jinz. Importante per la conoscenza delle pratiche funerarie è stata la scoperta di sepolture a Gebel al-Buhais 18. Durante il periodo neoassiro e neobabilonese le culture omanite rimasero piuttosto isolate dalla Mesopotamia. Gli insediamenti più rilevanti dell’interno sono Hili 2, Hili 14 e Rumeilah.
Tratto del Mare Arabico, compreso fra la costa dell’O. e quella più meridionale dell’Iran. È separato dal Golfo Persico dallo Stretto di Hormuz. Si estende per 560 km da NO a SE e misura una larghezza massima di 320 km.