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sismogenetiche, zone

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sismogenetiche, zone Porzioni della crosta o del mantello terrestre da cui possono originarsi i terremoti. Strutture s. sono le strutture geologiche attive a livello regionale da cui si originano i sismi più violenti.

La maggior parte dei terremoti avviene nella crosta terrestre. La strumentazione sismologica e i metodi di analisi dei dati, sempre più avanzati, consentono di localizzare con precisione gli ipocentri dei terremoti e di osservare che essi, fatta eccezione per le zone di subduzione, raramente sono più profondi di 15-20 km. Questa distribuzione degli ipocentri, osservata per grandi e piccoli terremoti e per la microsismicità (terremoti con magnitudo inferiore a 2,5), permette di identificare uno strato s. definibile come una zona preferenziale, entro la litosfera, per la nucleazione di terremoti. Il livello inferiore di questo strato è definito dalla profondità massima dei terremoti che vi si verificano e corrisponde, dal punto di vista reologico, alla transizione tra un regime deformativo fragile, in cui la roccia si rompe quando è soggetta a sforzi superiori alla sua resistenza, e un regime duttile, in cui il rilascio di deformazione è pressoché continuo e asismico. Per la maggior parte dei materiali che si ritiene costituiscano una porzione significativa della crosta terrestre, considerando profili realistici di temperatura, la resistenza aumenta fino a una profondità di circa 15 km, per poi decrescere rapidamente. Lo spessore dello strato s. ha importanti conseguenze sulla dimensione dei terremoti poiché corrisponde alla larghezza massima della faglia che si rende disponibile per la rottura; infatti, mentre la lunghezza di una faglia può superare i 1000 km, la sua larghezza ha un limite massimo dato dallo spessore litosferico che ha caratteristiche reologiche tali da rompersi in maniera fragile. I terremoti che rompono l’intera zona s. vengono classificati come grandi; quelli che rompono una parte della zona s. come piccoli. Sulla superficie terrestre le principali strutture s. si trovano in corrispondenza dei margini di placca; tuttavia in alcune regioni la sismicità è concentrata lontano da essi ed è per questo definita intraplacca.

Vedi anche
ipocentro In sismologia, il punto o meglio la zona, generalmente interna, della Terra in cui ha origine un terremoto; la profondità dell’ipocentro varia da pochi chilometri sino a varie centinaia di chilometri. litosfera In geologia, lo strato reologico più esterno della Terra, caratterizzato da un comportamento rigido ed elastico. Si distingue sia una litosfera oceanica, costituita dall’insieme della crosta oceanica e dal mantello terrestre superiore, sia una litosfera continentale, formata a sua volta dalla crosta ... subduzione In geologia, processo (detto anche sottoscorrimento) attivo lungo margini convergenti di zolle litosferiche che consiste nello sprofondamento di una zolla al di sotto di quella immediatamente adiacente. Sono stati distinti due tipi di subduzione: tipo B (da Hugo Benioff) e tipo A (da Otto Ampferer). ... mesosfera Regione dell’atmosfera terrestre compresa fra la stratopausa (quota di 50 km ca.) e la mesopausa (quota attorno a 85 km), caratterizzata da una progressiva diminuzione di temperatura con un gradiente medio di circa −2,5 °C/km. ● In geologia, nell’ambito delle suddivisioni reologiche interne della Terra, ...
Categorie
  • SISMOLOGIA in Geologia
Tag
  • CROSTA TERRESTRE
  • TEMPERATURA
  • REOLOGICHE
  • IPOCENTRI
  • LITOSFERA
Vocabolario
mix zone
mix zone (mix-zone) loc. s.le f. inv. Nello sport, zona mista (vedi). ◆ Dica qualcosa da adulto: di chi è la responsabilità della seconda Olimpiade fallita? «Mia, alla fine. Sono io che vado in pedana. Mamma hanno cercato di tirarla dentro....
mixed zone
mixed zone loc. s.le f. inv. Nello sport, zona mista (v.). ◆La fiesta degli spagnoli per il titolo europeo vinto a Vienna si è svolta in più tappe. Simpaticissimo il «trenino» fatto dai giocatori nella mixed zone, dove li stavano aspettando...
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