Si dice a. cellulare (v. fig.) l’interazione fra le cellule in organismi pluricellulari che si verifica a opera di specifiche molecole proteiche. Queste interazioni, responsabili del mantenimento della forma e della struttura del corpo negli animali, si instaurano durante lo sviluppo embrionale e, di norma, persistono per tutto l’arco della vita di un individuo. L’utilizzazione di anticorpi monoclonali (➔ biotecnologie) ha permesso di caratterizzare, purificare e clonare numerose molecole di a. presenti sulla superficie delle cellule. La maggior parte sono proteine integrali di membrana, che presentano un dominio extracellulare e un dominio intracellulare. Le molecole di a. appartengono a due sottoclassi: quelle che richiedono per il loro funzionamento la presenza di ioni calcio, per es. le caderine (➔), le selettine (➔) e le integrine (➔) e quelle che non la richiedono, per es. le N-CAM (➔).
Le molecole di a. svolgono un ruolo importante nei meccanismi di a. dei globuli bianchi alle cellule della parete endoteliale, generalmente in corrispondenza delle venule postcapillari. Vari agenti esogeni (stimoli antigenici, infezioni, materiale batterico, frazioni complementari) possono costituire stimoli funzionalmente capaci di attivare i leucociti, così come molecole di varia natura (endotossine di batteri gram-negativi, interleuchine, fattori di necrosi tumorale) possono essere stimoli attivi sulle cellule dell’endotelio. Dopo l’attivazione cellulare, comunque indotta, si identificano molecole di a. proprie dei leucociti (presenti su neutrofili, eosinofili, monociti e linfociti) e molecole corrispondenti sugli endoteliociti. Le fasi della migrazione leucocitaria dal sangue ai tessuti prevedono una vera e propria a. tra globuli bianchi e parete vasale, un passaggio attraverso gli endoteli (diapedesi) e movimenti indirizzati verso la sede di intervento extravasale (chemiotassi).
Azione che si esercita fra le particelle in superficie di due corpi diversi posti a contatto. Si tratta di forze di natura molecolare che dipendono, oltre che dalla natura, anche dallo stato di aggregazione dei corpi a contatto. L’a. tra corpi solidi è apprezzabile soltanto in casi particolari, perché solo poche molecole dei due corpi si trovano a distanze sufficientemente piccole – dell’ordine del raggio della sfera d’azione molecolare – perché tale azione diventi efficace. Fra liquidi e solidi, invece, l’a. può assumere un ruolo più importante; ne è esempio il fatto che generalmente i solidi restano bagnati dai liquidi nei quali siano stati immersi.
Si chiama a. piastrinica il processo per il quale le piastrine del sangue, venendo a contatto con determinate superfici naturali (fibre collagene, membrane basali) o artificiali (protesi valvolari, vascolari ecc.), aderiscono tra di loro e alle superfici stesse; all’a. piastrinica segue l’aggregazione (➔ emostasi).