Tendenza della natura a generare forme sempre più complesse, con un crescente differenziarsi e specializzarsi degli organismi.
In zoologia, sviluppo diretto senza metamorfosi di alcuni Artropodi, in cui si verifica un graduale aumento del numero dei segmenti del corpo.
In geometria, corrispondenza ottenuta proiettando da un centro di proiezione O i punti di una figura F, appartenente a un dato piano S, su una porzione di superficie S′ piana o curva: su S si ottiene una figura F′ corrispondente punto per punto alla F, ma, di norma, deformata rispetto a questa. Delle proprietà dell’a. si giovano talvolta i pittori per creare, dipingendo su superfici curve, delle illusioni ottiche: disegnata in un piano S una figura F, destinata a essere riportata su S′ e guardata da O (fig. A), se si fora la figura in corrispondenza a vari suoi punti A, B, C, ... e si pone in O una sorgente puntiforme di luce molto viva, i punti A, B, C, ... vengono proiettati su S′ nei punti A′, B′, C′, ...: si ottiene così la figura che si dovrà disegnare su S′ per vederla da O come se si trattasse della F. Corrispondenze di tal genere si stabiliscono talora nei fenomeni di riflessione e di rifrazione. Così, per es., in fig. B è indicato il caso di uno specchio piano σ: perché una certa figura si possa vedere da O, attraverso lo specchio, come se fosse costituita dai punti A, B, C ... del piano π, questi devono essere riportati su π in A′, B′, C′...
In senso specifico, si dice che un sistema ottico dà luogo ad a. delle immagini se l’ingrandimento di queste ultime in senso orizzontale è diverso da quello in senso verticale: è il caso, appunto, dello specchio, di prismi, di lenti cilindriche e, in generale, di sistemi che non abbiano simmetria di rivoluzione.
Si chiamano anamorfici sistemi che diano luogo ad a. delle immagini prodotte da altri sistemi, per es., da obiettivi. Sistemi anamorfici costituiti da lenti cilindriche oppure da opportune combinazioni di lenti e di prismi sono utilizzati nei sistemi cinematografici cinemascope e simili per ottenere entro il normale fotogramma cinematografico un campo orizzontale assai più ampio (in genere doppio).