C. di colore Denominazione di particolari difetti reticolari capaci di alterare la trasparenza di materiali cristallini, in particolare impartendo a questi una colorazione; materiali tipici in cui ciò accade sono gli alogenuri alcalini, costituiti da cationi alcalini e anioni alogeni, disposti alternativamente nel reticolo. Tali difetti sono ottenuti riscaldando i cristalli in atmosfera ricca del metallo alcalino, modificando la composizione stechiometrica del cristallo per l’assorbimento degli atomi del metallo (tale metodo è detto colorazione additiva), oppure mediante irraggiamento con radiazioni ionizzanti. In dipendenza dei diversi tipi di difetti che possono associarsi ai c. di colore, questi ultimi possono essere classificati in varie categorie.
C. di azione atmosferica (o c. barometrico) Nome dato a particolari aree della superficie terrestre dove soggiornano con relativa stabilità anticicloni (c. positivo o anticiclonico) o cicloni (c. negativo o ciclonico) e che determinano lo stato del tempo su grande scala. Principali c. di azione permanenti sono quello negativo equatoriale e i due positivi subtropicali; i principali c. semipermanenti sono i c. ciclonici che soggiornano in estate sui continenti e in inverno sugli oceani.
Per il c. sismico ➔ ipocentro.
C. di gravità C. delle forze di gravità, cioè dei pesi dei singoli elementi di un sistema materiale. Entro i limiti di approssimazione in cui può essere considerata costante l’accelerazione di gravità, le forze anzidette sono sostanzialmente parallele e il c. di gravità si identifica con il baricentro.
C. di massa Per un insieme (sistema) discreto di n masse m1, m2, ... mi ,... mn, concentrate in altrettanti punti P1, P2, ... Pi, ... Pn, le coordinate del c. di massa C sono date da
essendo xi, yi, zi le coordinate di Pi, e M la massa totale del sistema. Il moto del c. di massa va considerato come una caratteristica del sistema, indipendente dalla costituzione di questo, dalla natura delle forze interne e dal moto relativo delle parti costituenti il sistema. È descritto dalla I equazione cardinale della dinamica dei sistemi, che altro non è che la legge di Newton (II principio della dinamica) per un punto materiale coincidente con il c. di massa, avente massa m, e soggetto al risultante delle forze applicate all’intero sistema.
C. di pressione Per un solido appoggiato su un piano orizzontale e caricato con carichi verticali, è il punto in cui la linea di azione del risultante dei carichi incontra il piano di appoggio. Per l’equilibrio del solido è condizione necessaria e sufficiente che il c. di pressione cada dentro il poligono di appoggio.
C. di un sistema di vettori paralleli È il punto, dato un sistema di vettori applicati paralleli a risultante non nullo, dove concorrono tutti gli assi centrali dei sistemi ottenuti ciascuno da quello dato facendone rotare i vettori, senza variarne le lunghezze, intorno ai punti di applicazione, di uno stesso angolo. Le coordinate cartesiane del centro (xc, yc, zc) sono per un sistema di n vettori:
essendo f il modulo del risultante dei vettori, fi il modulo e xi, yi, zi le coordinate dell’i-esimo vettore.
C. di sospensione Nel pendolo composto, la proiezione ortogonale del baricentro sull’asse di sospensione.
C. di spinta Punto di applicazione della spinta o della reazione di un fluido (in particolare aria o acqua) sopra un qualunque corpo immerso in esso, rispettivamente fermo o in moto.
C. velico Baricentro della superficie di tutte le vele supposte spiegate nel piano di simmetria longitudinale della nave; in tal caso coincide con il punto di applicazione della risultante delle pressioni del vento nelle vele stesse.
C. ottico Per un generico sistema ottico centrato, c. ottici sono i due nodi: raggi coniugati per l’uno e l’altro di tali punti sono tra loro paralleli. Se i due nodi coincidono in un punto, questo è il c. ottico del sistema, godente della proprietà che i raggi passanti per esso non vengono deviati: è il caso sia del diottro sferico, del quale è c. ottico il c. del diottro, sia delle lenti sottili, nelle quali il c. ottico è l’intersezione dell’asse ottico con la lente. Talora, ma impropriamente, nel caso delle lenti non sottili, viene dato il nome di c. ottico anche all’intersezione dell’asse ottico con la congiungente il punto di incidenza di un raggio nodale con il punto di emersione del raggio nodale coniugato (v. .).
In geometria, una circonferenza di raggio r si definisce in un piano π come il luogo dei punti di π aventi distanza r da un punto fisso C, detto centro. Analogamente, una sfera di raggio r si definisce come il luogo dei punti dello spazio aventi distanza r da un punto fisso C, c. della sfera. Sia una circonferenza si una sfera sono simmetriche rispetto al loro c.; se allora una qualsiasi figura, piana o spaziale, è simmetrica rispetto a un punto C, tale punto si dirà ancora, per naturale estensione del termine, c. di simmetria della figura. In questo senso hanno un c. le coniche (eccetto la parabola) nel piano e le quadriche (eccetto il paraboloide) nello spazio.
C. di un poligono regolare è il c. della circonferenza circoscritta, analogamente il c. di un poliedro regolare è il c. della sfera circoscritta.
In generale, s’intende per c. una limitata parte di un organo cui è devoluta una funzione specifica. In neurofisiologia, l’insieme dei neuroni che partecipano in comune a una determinata funzione e la cui sede corrisponde a uno spazio circoscritto del sistema nervoso centrale.
C. cardiaci bulbari Se ne distingue uno cardio-inibitore, situato nel nucleo dorsale del vago, la cui stimolazione provoca rallentamento o arresto del cuore; e uno cardio-acceleratore.
C. vasomotori Regolano il calibro dei vasi sanguigni e sono dislocati a varie altezze lungo l’asse cerebrospinale (➔ anche ipotalamo; mesencefalo; midollo).
C. cilio-spinale C. nervoso midollare di natura simpatica: innerva il muscolo dilatatore dell’iride e alcuni muscoli della palpebra e dell’orbita; la sua lesione dà luogo alla sindrome oculo-pupillare paralitica di Bernard-Horner (➔ Bernard, Claude).
C. ecbolico Situato nel tratto lombosacrale del midollo spinale, eccita la contrazione dell’utero e pertanto ne determina lo svuotamento durante il parto.
C. germinativo Nel linfonodo, la massa centrale, più chiara, del follicolo linfatico, o linfonodulo.
C. midollare del cervelletto La sostanza bianca che costituisce la parte centrale del cervelletto.
C. ovale Massa di sostanza bianca che costituisce la parte centrale degli emisferi cerebrali e separa i nuclei ottico-striati dalle circonvoluzioni.
C. respiratorio Complesso di neuroni dislocati nel bulbo, disposti senza una netta delimitazione. Per la sua particolare sensibilità alle concentrazioni nel sangue dei gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica), regola il ritmo alterno degli atti inspiratori ed espiratori.
Partiti di c. Gruppi politici che nelle adunanze parlamentari siedono al centro; l’origine topografica del nome ha assunto anche un valore ideologico, per il quale partiti del c. sono moderati e si oppongono sia al rigido conservatorismo sia al riformismo radicale.
La Zentrumspartei, partito cattolico tedesco costituito nel 1870, richiedeva libertà della Chiesa e dei suoi organi, protezione degli operai, assistenza sociale e unione federalista. Fino al 1918 fu il più forte partito tedesco ed ebbe parte importante nella formazione della struttura dello Stato. Sciolta dai nazisti (1933), riemerse nella Repubblica Federale di Germania, ma la sua eredità fu raccolta dal partito cristiano-democratico.
Il centrismo è la politica di c. attuata da un partito o da una coalizione di partiti, e caratterizzata da un programma di governo che escluda concessioni o aperture alle ali estreme dello schieramento parlamentare. Il termine è sinonimo di moderatismo ideologico e politico. Si tratta di un processo di allineamento di gruppi e organizzazioni nella struttura sociale che riguarda tutti i sistemi di democrazia occidentale, laddove il centrismo politico si presenta come strettamente correlato all’espansione di un ceto medio tanto ramificato nelle sue figure sociali e produttive quanto indeterminato nei legami di appartenenza e nei valori di riferimento collettivi, se non appunto per la comune vocazione al moderatismo e al pragmatismo. Nelle teorie del sistema politico, il c. è rappresentato come un’area del ‘mercato elettorale’ dove si raccoglie una vasta riserva di consensi che i partiti tendono a disputarsi, mentre politicamente è lo spazio ideale occupato dai partiti che si propongono di rappresentare direttamente gli interessi e i valori provenienti dalla galassia dei ceti medi. In particolare centrismo è la formula politica e l’indirizzo delle coalizioni di governo (formate dai partiti di c.: DC, PLI, PRI e PSDI) che hanno retto l’Italia dal 1947 agli anni 1960. Diversamente nei sistemi di tipo bipartitico (Gran Bretagna, USA) esiste un c. sociale, ma non un c. politico, né di conseguenza possono formarsi veri e propri partiti di centro.
Centrosinistra Formula di governo basata sull’alleanza tra partiti di c. e della sinistra. In particolare, la formula di governo avviata in Italia agli inizi degli anni 1960, che ebbe la sua prima attuazione con la coalizione guidata da A. Fanfani (1962-63), comprendente la DC, il PRI e il PSDI, con l’appoggio esterno del PSI. Si passò poi a un governo detto di ‘centrosinistra organico’, caratterizzato cioè dalla partecipazione diretta dei quattro partiti, presieduto da A. Moro (1963-64).