Il più grosso e centrale dei vasi sanguiferi presente negli animali con circolazione sanguigna in sistema vasale chiuso.
Nei Vertebrati è il più grosso vaso sanguifero arterioso del corpo: esiste però, nelle forme a respirazione branchiale, un’ a. ascendente ventrale, in cui scorre sangue venoso e che parte dal cuore, ramificandosi negli archi aortici, e un’ a. discendente, dorsale rispetto all’intestino, che contiene sangue arterioso. Nei Pesci l’a. si origina dalla confluenza di due vasi ( radici dell’a.); dagli Anfibi in su, fino ai Mammiferi, dal 4° arco aortico. Negli Anfibi (Urodeli e Anuri) esistono due archi dell’a. che si riuniscono nell’ a. dorsale percorsa da sangue misto; nei Rettili l’arco destro porta prevalentemente sangue ossigenato, mentre quello sinistro convoglia sangue povero di ossigeno; negli Uccelli persiste l’arco destro e scompare quello sinistro; nei Mammiferi, invece, si conserva soltanto l’arco sinistro. Sia negli Uccelli sia nei Mammiferi, nell’a. corre esclusivamente sangue ossigenato proveniente dal ventricolo sinistro del cuore.
Nell’uomo l’a. inizia dal cuore con una porzione dilatata ( bulbo dell’a.), si dirige in alto ( porzione ascendente dell’a.) e dopo 3-5 cm si ripiega, descrivendo un arco ( arco dell’a.), scavalca il peduncolo polmonare sinistro e si addossa alla colonna vertebrale, dapprima sul suo lato sinistro, quindi sulla superficie anteriore. Nel suo percorso attraversa la cavità toracica ( a. toracica), dove occupa il mediastino, e la cavità addominale ( a. addominale). La sua estremità inferiore è all’altezza della 4a vertebra lombare, a livello della quale nascono i suoi rami terminali: le due arterie iliache comuni e l’arteria sacrale media. Oltre che con gli organi menzionati, l’a. assume rapporti importanti con il nervo ricorrente sinistro, che l’abbraccia con la sua ansa, con l’esofago, con il diaframma che attraversa, con il pancreas, con il duodeno e con la vena cava inferiore. Rami collaterali dell’a. sono: le arterie coronarie, l’arteria anonima, l’arteria carotide comune sinistra, l’arteria succlavia sinistra, le arterie bronchiali, esofagee, mediastiniche posteriori, pericardiche, intercostali aortiche, diaframmatiche superiori, diaframmatiche inferiori, lombari, celiaca, mesenterica superiore e inferiore, surrenale media, renale, genitale.
Esami diagnostici riguardanti l’a. sono l’ aortografia (particolare tipo di arteriografia, consistente nell’iniezione del mezzo di contrasto nell’a. per ottenerne la visualizzazione radiologica; viene eseguita mediante cateterismo di un’arteria periferica, generalmente l’arteria femorale o radiale, e ha lo scopo di evidenziare eventuali aneurismi o stenosi a carico dell’a. toracica e addominale) e l’ aortometria, studio radiologico delle dimensioni (lunghezza, larghezza, diametro) dei vari tratti dell’arteria.
Le anomalie congenite dell’a., che possono presentarsi isolate o associate ad altre malformazioni cardiache, interessano soprattutto il tratto iniziale del vaso (atresia dell’arco, arco aortico a destra o doppio arco, stenosi aortica sopravalvolare ecc.). La patologia acquisita comprende infiammazioni (aortiti), trombosi ed embolia, aneurismi e alterazioni aterosclerotiche. L’ aortite può essere conseguente a infezione specifica o esito della diffusione per contiguità di un processo infettivo mediastinico o della valvola aortica. In particolare l’ aortite sifilitica (o luetica) è esito di infezione da Treponema pallidum (➔ sifilide); un coinvolgimento cardiovascolare è presente nel 10% dei casi di sifilide terziaria non trattata. Istologicamente sono presenti placche aterosclerotiche e necrosi della tunica media con conseguente indebolimento della parete vasale e propensione alla formazione di aneurismi. L’ aortite batterica occorre generalmente come esito di infezione di un aneurisma pre-esistente; i patogeni più comunemente implicati sono la salmonella e lo stafilococco aureo. Tra le aortiti a eziologia non specifica vi sono forme a patogenesi autoimmunitaria secondarie a lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide e la malattia di Takayasu.
L’ aortalgia è una sensazione dolorosa, avente il punto di partenza nel plesso nervoso periaortico, e che viene avvertita dal paziente come dolore sordo, subcontinuo, a sede retrosternale e con frequenti irradiazioni alle spalle, al collo e al braccio sinistro. È sintomo di sofferenza o lesione delle pareti dell’arco dell’a. (aneurisma, aortite).