Lo spazio mediano della cavità toracica, compreso tra i due polmoni (v. fig.).
Il m. è delimitato in avanti dal piastrone sternocostale, dal muscolo triangolare dello sterno e dalla fascia endotoracica, dietro dalla faccia anteriore dei corpi delle vertebre toraciche e dei dischi intervertebrali, lateralmente dalle pleure mediastiniche destra e sinistra. Il piano inferiore è rappresentato dalla cupola diaframmatica e quello superiore, anatomicamente inesistente, da un piano ideale passante per il disco intervertebrale tra la VII vertebra cervicale e la I toracica e per il margine superiore della prima costa (apertura toracica superiore).
Il m. è suddiviso in due porzioni, anteriore e posteriore, da un setto reale costituito in alto dal prolungamento intratoracico del foglietto dell’aponeurosi cervicale media, e in basso dalla faccia posteriore del pericardio e dai legamenti triangolari. Il m. anteriore contiene il timo, il sacco pericardico e il cuore, i tronchi venosi anonimi e la vena cava superiore, l’aorta ascendente, l’arteria polmonare, la trachea e i bronchi; nel m. posteriore sono contenuti: l’arco aortico e l’aorta discendente, l’esofago, i nervi vaghi. Tra i vari organi mediastinici si trova, con funzioni di sostegno e di riempimento, del tessuto cellulare lasso.
Durante l’inspirazione il m. aumenta di ampiezza sia in senso sagittale che longitudinale. La sua posizione mediana è condizionata dal fatto che la tensione elastica dei due polmoni e le pressioni endopleuriche, pressoché identiche ai due lati, si esercitano con eguale intensità sulle sue pareti. Un’asimmetria della dinamica respiratoria determina movimenti di lateralità del m., che viene attratto verso il lato malato e da questo respinto verso il lato opposto. Per la resistenza elastica del tessuto cellulare, il m. è in grado di impedire – entro determinati limiti – che variazioni pressorie di un emitorace si trasmettano sull’emitorace opposto e di proteggere l’indipendenza funzionale dei diversi organi mediastinici.
Il m. può, in rapporto a svariate affezioni pleuro-polmonari, abbandonare la sua posizione mediana per spostarsi verso un emitorace. Tali spostamenti si dividono in statici (immigrazioni) e dinamici (migrazioni). I primi dipendono da uno squilibrio persistente tra le forze opposte dei due emitoraci (pneumotorace, idrotorace, sclerosi polmonare), i secondi da una dissimmetria delle variazioni pressorie endopleuriche (stenosi bronchiali, atelettasia), in rapporto agli atti del respiro. Gli spostamenti possono verificarsi con meccanismo di trazione (il m. si sposta verso il lato malato) o di pulsione (il m. si sposta verso il lato opposto).
La mediastinite è una flogosi acuta o cronica del tessuto connettivo lasso del mediastino. Le mediastiniti acute sono di solito dovute alla propagazione, per via ematica o linfatica, di processi infettivi (osteomielite, otite, faringite) o alla diffusione per contiguità di processi flogistici a carico degli organi mediastinici (pericardite, broncopolmonite, esofagite). Si manifestano con febbre, anomalie del polso, ipotensione, dispnea. Anatomopatologicamente le mediastiniti acute possono distinguersi in forme diffuse a tipo flemmoso (a prognosi molto grave) e in forme circoscritte a tipo ascessuale. Le mediastiniti croniche possono essere croniche ab initio o cronicizzate. Si manifestano clinicamente con la sintomatologia di una sindrome mediastinica. La terapia si basa sulla somministrazione generosa di antibiotici e, nelle forme ascessuali, sull’apertura e drenaggio del cavo mediastinico (mediastinotomia).
La sindrome mediastinica è una sindrome clinica caratterizzata dalla compressione degli organi m. da tumori primitivi o metastatici del m., iperplasia del timo, aneurismi dell’aorta e dei grossi vasi. I sintomi cambiano a seconda delle specifiche strutture coinvolte. Di frequente riscontro sono: dispnea, inspirazione rumorosa e prolungata, emottisi, versamenti pleurici, cianosi, edema del volto e ‘a mantellina’ (per compressione della vena cava superiore), singhiozzo (compressione del frenico), disfagia (compressione dell’esofago), disfonia (compressione del ricorrente) ecc.
La mediastinpericardite collosa è un processo infiammatorio cronico, per lo più di natura reumatica o tubercolare, che interessa alcuni organi mediastinici, primitivamente il pericardio e poi gli organi circostanti (esofago, sterno, faccia mediastinica delle pleure ecc.), portando a estese aderenze fibrose, che creano il quadro anatomo-patologico e clinico dell’accretio cordis.
In diagnostica, è detta mediastinoscopia l’indagine endoscopica per esplorare la regione antero-superiore del m. ed effettuare eventuali prelievi bioptici su linfonodi alterati o altre formazioni patologiche.