Nome dell’albero delle Lauracee (Persea gratissima) e del suo frutto, originario del Messico, ora coltivato in tutti i paesi tropicali, particolarmente in America. È alto fino a 20 m, sempreverde, con foglie coriacee, lunghe sino a 20 cm, fiori piccoli, gialloverdastri, in pannocchia.
Il frutto è piriforme, grosso come un pugno, con buccia coriacea, di colore variante dal verde al gialliccio con sfumature rossastre o bruno-nere, polpa di consistenza butirrosa, gialla o verdognola, con odore di pinolo o di noce, facilmente staccabile dal nocciolo, che contiene un seme. È alimento assai diffuso e apprezzato nelle regioni calde d’America: la sua composizione chimica è data da 20% di grassi, 7% di carboidrati e 2% di protidi e da notevoli quantità di vitamine A e B. In California e Florida se ne coltivano numerose specie, distinte per i caratteri del frutto (grandezza e forma, buccia liscia o scabra, colore e odore della polpa).
Affine all’a. è Persea drimyfolia, considerata anche quale varietà della precedente, originaria degli altipiani del Messico e coltivata per i frutti in California, Cile e Africa settentrionale; si distingue dall’a. per i frutti più piccoli, anche essi gustosi e nutrienti ma con buccia sottile, e per l’odore di anice che emanano le foglie, se sfregate.
Olio di a. Si ottiene per macinazione e successiva pressatura delle fette di polpa dopo disidratazione a caldo (130 °C) in atmosfera inerte (di azoto o di anidride carbonica); è impiegato come olio commestibile e anche nell’industria cosmetica per le sue buone proprietà di penetrazione nella pelle.