Pianta (Beta vulgaris) appartenente alla famiglia Chenopodiacee con fusto alto alcuni decimetri, foglie ovate, fiori piccoli, verdi, in glomeruli di spighe lunghe e lasse, solitarie o in pannocchia; il frutto è un achenio globoso con un seme del pari globoso. Deriva da una forma, ritenuta come specie, Beta maritima o perennis, che è spontanea lungo le coste del Mediterraneo. In coltura ha dato origine a molte varietà e razze, che nella pratica agraria sono suddivise in quattro gruppi e cioè: da zucchero, da distilleria (o semizuccherine), da foraggio e da orto. Tutte, in diversa quantità, contengono zucchero (saccarosio). Le forme coltivate sono biennali; nel primo anno si costituisce la radice più o meno carnosa e succulenta, mentre nel secondo anno si formano gli scapi fioriferi. Talvolta accade che un certo numero di individui vada a seme nel primo anno; il fenomeno, detto prefioritura, determina un minore sviluppo delle radici e una certa diminuzione del raccolto.
L’impiego della b. per l’alimentazione e la preparazione di medicinali (ora in disuso) risale a epoca assai remota. Nel 1747 il chimico prussiano A.S. Marggraf estrasse per la prima volta zucchero cristallizzato dalle radici della b.; la coltura della b. da zucchero cominciò ad affermarsi un secolo più tardi.
La b. da zucchero è coltura sarchiata da rinnovo; richiede terreni profondi e profondamente lavorati, buone concimazioni, ma con dosi di letame non troppo forti, ed è pianta potassofila. Il titolo in saccarosio può oltrepassare il 20% (in Italia in media è sul 15-17%). L’industria zuccheriera da b. italiana si sviluppò alla fine del 19° sec. in Emilia Romagna e nel Veneto; attualmente la b. si coltiva anche in Marche, Puglia e Calabria, dove la coltura richiede varietà autunnali.
Le numerose varietà coltivate di b. da foraggio hanno una netta tendenza a più alti pesi unitari, a detrimento della ricchezza zuccherina. Vengono impiegate per lo più nei mesi invernali per i bovini e specialmente per le vacche lattifere.
Le b. da orto sono suddivise in due categorie, una di cui si utilizzano le radici che sono bianche, gialle, rosse (queste sono dette anche carote rosse); l’altra (in generale nota con il nome di bieta), principalmente coltivata per utilizzarne le foglie e i piccioli, che si presentano piatti e carnosi, con radice di minimo peso.
Negli anni 1990 e nei primi anni del 2000 la produzione di b. da zucchero si è sensibilmente contratta, a causa della progressiva riduzione della superficie coltivata. La produzione mondiale nel 2005 ammontava a 242.000.000 q. I principali paesi produttori sono Francia, Germania, Stati Uniti, Russia, Italia, Ucraina, Turchia.