Scultore danese (Copenaghen 1770 - ivi 1844). Considerato tra i massimi esponenti del neoclassicismo, visse in Italia e soprattutto a Roma dove si dedicò allo studio dell'antico ricevendo onori, commissioni e incarichi. Dotato di eccezionale abilità tecnica, elaborò uno stile di severa monumentalità, toccata a volte da una intima serenità. Tra le opere: Il Giasone (1803, Copenaghen, Thorvaldsens Museum), Cristo e gli Apostoli (1821-27, Copenaghen, Fruekirke), monumento a Pio VII (1831) in S. Pietro.
Figlio di un intagliatore di legno islandese, dal 1781 si formò all'accademia di Copenaghen ma fu soprattutto influenzato da J. A. Carstens. Visse a lungo in Italia (1796-1838), salvo qualche soggiorno in patria, in Germania e in Polonia (1818-19). A Roma, dal 1797, si dedicò allo studio dell'antico e delle opere di A. Canova, approfondendo anche le teorie di J. J. Winckelmann e A. C. Quatremère de Quincy; dal 1811 insegnò scultura all'Accademia di San Luca, esercitando una profonda influenza sui giovani scultori italiani e stranieri.
Oltre alle non comuni capacità tecniche, T. aveva una profonda conoscenza della scultura greca, che gli fruttò, tra l'altro, l'incarico da parte di Luigi di Baviera di restaurare le statue del frontone di Egina (1818). Il Giasone (realizzato in marmo e terminato nel 1828), commissionato dal collezionista Thomas Hope, segnò l'inizio del suo successo, che culminò, al ritorno in patria, con la costruzione di un museo per le sue opere (1838-48). Tra le altre opere, oltre a numerose sculture di soggetto mitologico (Copenaghen, Thorvaldsens Museum: Amore e Psiche, 1803; Ganimede, 1804; le Tre grazie, 1819; ecc.), realizzò il fregio in stucco con l'Entrata di Alessandro in Babilonia, in onore di Napoleone (1812, Roma, palazzo del Quirinale, Sala delle dame; del fregio esistono varie copie; la versione in marmo, commissionata da Napoleone e rilevata dal conte Sommariva, 1816-28, è a Villa Carlotta sul Lago di Como); il modello per il Leone di Lucerna (1819-21; rilievo scavato nella roccia); la statua equestre di Massimiliano di Baviera (1833-35, Monaco).