L’insieme degli animali allevati nelle aziende agrarie. È costituito quasi esclusivamente da animali appartenenti alle classi dei mammiferi e degli uccelli, e si può distinguere in b. grosso (bovini, equini ecc.), b. minuto (ovini, caprini, suini) e b. da cortile (conigli, volatili ecc.).
I bovini comprendono numerose razze tra le quali in Italia si distinguono quelle con attitudine prevalente alla produzione di carne e lavoro (romagnola, chianina, marchigiana, maremmana), quelle con attitudine alla produzione di latte e carne (frisona, bruno-alpina, valdostana) e quelle a triplice attitudine (latte, carne, lavoro; piemontese, Simmenthal, reggiana). Gli ovini forniscono lana, latte e carne. I caprini forniscono essenzialmente latte e carne; i suini carne e grasso, in diversa proporzione secondo i sistemi di alimentazione e la razza (Yorkshire, large black, casertana, perugina). Gli equini sono utilizzati principalmente per la produzione di lavoro, anche se non è trascurabile il valore della produzione di carne ottenuta da giovani soggetti: il cavallo fornisce prestazioni di diverso tipo, caratterizzate da notevole velocità (razze araba e inglese) o da intenso e prolungato sforzo (razza belga); l’asino è adatto soprattutto per il tiro leggero e la soma; il mulo è particolarmente idoneo per i trasporti in montagna. Il coniglio è allevato per la produzione della carne (razza gigante di Fiandra, razza belga) o anche per la produzione della pelliccia (razza fulva di Borgogna, razza blu di Vienna, coniglio argentato, cincillà) e del pelo (razza angora). Dalle oche, dalle anatre e dai tacchini si ottengono carne e piume. Per quanto riguarda il pollame, sono andate sempre più differenziandosi razze per la produzione di uova (livornese, Valdarno, Wjandotte) e razze per la produzione di carne, allevate con sistemi intensivi. Produzioni secondarie dei vari tipi di b. sono il letame e, in alcuni casi (bovini, ovini, caprini, equini), la pelle.