Macchina utensile, costituita da una serie di rulli, atta a eseguire vari tipi di lavorazioni su materiali in forma di fogli.
Nell’industria cartaria, la c. serve a lisciare e lucidare la superficie della carta fabbricata a macchina. Nel tipo detto c. a pressione il nastro continuo di carta passa tra molte coppie di cilindri disposti orizzontalmente, l’uno sull’altro e alternati, uno di ghisa lucida e uno di carta fortemente compressa; a metà del percorso s’inverte il contatto e la faccia che toccava i cilindri di carta va a toccare, per il percorso residuo, quelli di ghisa. Nel tipo a frizione, invece, la carta passa tra coppie di cilindri, l’uno di ghisa (eventualmente riscaldato a vapore) e l’altro di carta, che vengono posti in rotazione con velocità periferica diversa.
Nell’industria tessile, la c. permette la finitura dei tessuti, per lo più di lana o di cotone, con l’azione combinata del calore e della pressione, paragonabile a quella del comune ferro da stiro (fig. 1). Il tessuto, stirato, diviene più soffice, più lustro e perde le pieghe. La c. ha azione analoga, ma assai meno durevole, della pressatura.
Nell’industria della gomma elastica, la c. serve per laminare in foglie le mescole.
In tecnologia meccanica la c., detta anche curvatrice, è formata da 3 o 4 cilindri tra i quali si fanno passare le lamiere metalliche per curvarle secondo un raggio prestabilito (fig. 2).
Una speciale c. (detta goffratrice) è utilizzata per produrre impronte permanenti su carta, tessuti, cuoio e materiali diversi.