Grosso edificio destinato all’abitazione collettiva di corpi armati o di organizzazioni analoghe. La c. è in genere costituita da corpi di fabbrica indipendenti, disposti intorno a un grande cortile e circondati da altre aree libere. Accanto ai servizi comuni e ai refettori, sono previsti uffici, camerate, alloggi, circoli per ufficiali e sottufficiali ecc. Nelle c. per corpi specializzati occorrono, secondo i casi, autorimesse e officine, rimesse per armi ed equipaggiamenti speciali. Notevole importanza hanno, tra i fabbricati delle c. moderne, i locali di insegnamento e le palestre, oltre ai piazzali per l’educazione fisica all’aperto e l’addestramento sportivo. Le c. fanno parte del demanio privato o patrimonio dello Stato.
La c. era ignota alla Grecia classica perché gli eserciti, non permanenti, non necessitavano di alloggiamenti fissi. Essa si sviluppò dopo Alessandro Magno, con l’avvento delle dinastie ellenistiche e l’istituzione di eserciti permanenti. Presso i Romani furono allestiti il castrum e il castellum, in origine adibiti al riposo dopo la giornata di marcia, successivamente a residenza stabile di truppe di frontiera. Più simile alla vera e propria c. è il ludus, alloggio e luogo di addestramento dei gladiatori. Nel Medioevo la c. era sconosciuta; gli armati alloggiavano nel castello o nella fortezza. La successiva formazione di eserciti regolari (16° sec.) determinò la necessità di predisporre appositi locali che, con il tempo, divennero edifici progettati e costruiti per lo più sotto forma di vasti fabbricati bassi intorno a un cortile centrale; tale forma si conservò anche tra 18° e 19° secolo.