Proprietà di due calcolatori che accettano gli stessi programmi e/o possono scambiarsi dati e programmi. Per estensione, sono detti compatibili anche i dispositivi e i programmi.
In elettrotecnica, c. elettromagnetica (EMC, ElectroMagnetic Compatibility), idoneità di un dispositivo, di un apparecchio o di un sistema a funzionare correttamente, senza produrre disturbi elettromagnetici verso ciò che si trova nell’ambiente che lo circonda (EMI, ElectroMagnetic Interferences), o senza essere disturbato da eventuali effetti elettromagnetici presenti, causati da altre apparecchiature (EMS, ElectroMagnetic Susceptibility). La Comunità Europea ha emanato diverse direttive (89/336/CEE e 2004/108/CE), recepite per la loro attuazione a livello legislativo nazionale, nelle quali sono stati stabiliti i requisiti generali di c. elettromagnetica e di protezione, i criteri di verifica della conformità, le autorità e gli organismi competenti. Gli enti normatori CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), IEC (International Electrotechnical Commission) e CENELEC (Comité Européen de Normalisation Electrotechnique) hanno poi prodotto una serie di norme di base per definire i metodi di misura, per classificare l’ambiente elettromagnetico e per dare indicazioni sui criteri da adottare nella installazione di apparati o sistemi. Sono state inoltre introdotte norme specifiche per definire i requisiti di c. elettromagnetica per gli azionamenti elettrici, PDS (Power Drive System), nonché i metodi di misura e le condizioni di funzionamento per gli apparati legati alla radiodiffusione, rimandando spesso alla normativa CISPR (Comité International Spécial des Perturbations Radioélectriques). Per normalizzare i requisiti EMC, il CEI, in conformità all’IEC, ha suddiviso i limiti di emissione in tre bande di frequenze: 9 kHz - 150 kHz: banda in cui cadono disturbi quali i buchi di tensione, le armoniche, le interarmoniche e i fenomeni di risonanza; 150 kHz - 30 MHz: banda relativa alle frequenze coperte dalle emissioni condotte nei cavi tra l’alimentazione e le diverse parti di vari sistemi; 30 MHz - 1 GHz: banda in cui ricadono le emissioni irradiate.
In particolare, i disturbi condotti possono dividersi in due categorie: quelli di modo differenziale e quelli di modo comune. La differenza tra questi due tipi di disturbo risiede nell’effetto che le correnti generano nello spazio circostante: infatti, mentre nel modo comune la corrente ha un verso in un conduttore di linea e verso opposto nell’altro conduttore, in modo che al di fuori dello spazio racchiuso dal circuito i campi magnetici generati dalle singole correnti vanno a sottrarsi e quindi il loro effetto si annulla, nel caso del modo differenziale, poiché le correnti nei conduttori di linea scorrono nello stesso verso, con un unico conduttore di ritorno rappresentato dal conduttore di terra, i campi magnetici dovuti alle singole correnti si sommano dando luogo a un effetto non nullo nello spazio circostante il circuito.
Le normative definiscono: il livello di c. come il livello di disturbo massimo che può essere emesso da un dispositivo, apparecchiatura o sistema funzionante in condizioni particolari; il livello di immunità come il massimo livello che può raggiungere un dato disturbo elettromagnetico incidente su un particolare dispositivo, apparecchiatura o sistema, in corrispondenza del quale il dispositivo rimane capace di funzionare a un richiesto livello di prestazioni. Le norme stabiliscono anche i livelli di c. differenziandoli a seconda dell’ambiente al quale si riferiscono.