Quarta lettera dell’alfabeto latino.
Deriva, attraverso il delta greco (Δ), dal dalet fenicio. Dall’originaria capitale si sono svolte, tanto nell’alfabeto latino quanto nel greco, le varie forme di minuscola che hanno in comune il prolungamento verso l’alto d’un tratto del segno primitivo.
In fonetica, la lettera italiana d rappresenta l’esplosiva dentale sonora, la cui corrispondente sorda è la t. Si articola appoggiando la punta della lingua contro il margine degli incisivi superiori: è quindi, propriamente, post-dentale. Sono estranee all’italiano tanto la d alveolare (come quella inglese) quanto la d cacuminale (nota ai dialetti sardi e siciliani). L’occlusione del canale vocale, che fa della d un’esplosiva, nel parlare rapido è a volte attenuata in una semplice stretta quando la consonante si trova preceduta da vocale, in principio di sillaba, cioè quando ha grado tenue. La d italiana è in quasi tutte le posizioni l’esito normale della d latina; nel grado tenue, inoltre, ha preso il posto della t in molte parole più o meno popolari (es. strada, lat. strata). Davanti a i semiconsonante si può trovare d quasi soltanto nei latinismi e nei grecismi.
D è il simbolo del deuterio
Premessa al nome di un composto chimico, d- indica che questo è otticamente attivo destrogiro (si usa anche la forma maiuscola D-).
La lettera D è il simbolo del deutone; in spettroscopia, indica la linea caratteristica del sodio e viene anche usata per caratterizzare certi livelli energetici.
In elettrostatica, è il simbolo del vettore induzione o spostamento elettrico.
In fisica delle particelle elementari, è il simbolo dei più leggeri tra i mesoni con charm e indica uno dei sapori o flavour dei quark, detto down.
In metrologia d è simbolo del prefisso metrologico deci-; del debye; di giorno (lat. dies).
Per l’accezione musicale ➔ notazione.