Sigla di data base management system, sistema di gestione di basi di dati (banca dati). Le principali funzioni dei DBMS sono quelle di garantire il mantenimento della corretta strutturazione dei dati nei diversi database gestiti e di facilitare l’accesso delle applicazioni ai dati, tramite opportune istruzioni impartite al sistema operativo. A queste funzionalità di base si aggiungono quelle di interrogazione (query) e modifica del database e la possibilità di produzione di documentazione di sintesi per il controllo delle operazioni. A seconda del modello di organizzazione dei dati sul quale questi sistemi si basano si avranno DBMS relazionali, gerarchici e così via. Lo standard che si è rivelato vincente tra gli utenti e che caratterizza la maggior parte dei DBMS oggi esistenti è quello del DBMS relazionale (anche abbreviato come RDBMS) che utilizza SQL (structured query language) come linguaggio di interrogazione dei dati. L’obiettivo per il quale i DBMS si sono originariamente affermati e diffusi è quello di fornire all’utente una interfaccia opportuna per gestire in modo ‘astratto’ i dati, svincolandoli in tal modo dalla loro collocazione fisica e permettendo di agire in modo relativamente facile sugli stessi, garantendo al contempo che la struttura sottostante rimanesse fisicamente integra. Negli anni più recenti, la diffusione crescente dei sistemi informativi nelle organizzazioni, la complessità dell’insieme di utenti ai quali si indirizzano le applicazioni e la sempre più ingente mole di dati che i database gestiscono abitualmente hanno richiesto lo sviluppo di quelle funzionalità dei DBMS che abilitano l’efficienza e l’efficacia delle applicazioni che li utilizzano; in particolare la gestione degli accessi concorrenti e il controllo delle transazioni, cioè delle operazioni di creazione, modifica e cancellazione dei dati, che anche grazie all’introduzione di Internet e all’integrazione dei DBMS con il Web hanno reso particolarmente critico il ruolo di questi sistemi.