Nel linguaggio tecnico economico, risparmio disponibile per prestiti a breve scadenza (si parla infatti di mercato del d. o mercato monetario, contrapposto a mercato finanziario o dei capitali) e anche a richiesta (call money) e a giornata ( d. giornaliero).
Nel linguaggio di borsa, domanda di divise estere o di titoli, e prezzo di domanda degli stessi.
Prima dell’adozione del sistema metrico decimale, si espresse in d. il titolo dell’argento; nel sistema di misure ‘troy’ usato in Inghilterra per i metalli preziosi e altre merci, il d. (pennyweight) è la ventesima parte dell’oncia e si divide in 24 grani; equivale a 1,555 g.
Presso gli antichi Romani, moneta emessa la prima volta in argento (269 a. C.), equivalente a 10 assi o 2 sesterzi e mezzo. Durante l’impero, diminuì la percentuale argentea del d., in un primo tempo di ottima lega, e giunse a essere del 50%. Il rapporto con l’oro, inizialmente di 1:25, peggiorò sempre: nel 307 d.C. era di 1:2000 e continuò a decadere. Tipologicamente, il d. più antico ha sul diritto l’effigie di Roma e sul rovescio quella dei Dioscuri, poi si sostituirono varie effigi divine o storiche e sul rovescio scene varie, divine o umane.
Si chiamò d. anche la moneta che per qualche secolo ebbe corso in tutta l’Europa occidentale in seguito alla riforma monetaria di Carlomagno (794?) che segna l’origine della monetazione medievale, basata sulla divisione della libbra d’argento in 20 soldi, ognuno diviso in 12 denari. La massa originaria d’argento con l’aumento del valore del metallo andò diminuendo, ridotta dopo 3 secoli ad appena 1/3; il traffico crescente richiese l’adozione di una moneta più pesante, il d. grosso, con il quale si rese effettivo il soldo equivalente a 12 d. detti da allora piccoli, che però scomparvero presto dalla circolazione, sostituiti dai multipli, specialmente dal quattrino.
Il nome di d. divenne ben presto generico e la moneta fu indicata con altri nomi derivati dall’autorità emittente (imperiale, papale), dai luoghi (bolognino, cagliarese, ferrarino), dalla forma (largo, scodellato), dal colore (albo, bruneto), dai tipi (aquilino, crociato), dagli usi locali (bagattino, denarello) e dagli zecchieri (gherardino).