Protesi che sostituisce una intera arcata dentaria, ripristinandone la funzione estetica, fonatoria e masticatoria. Requisiti fondamentali sono la leggerezza, la resistenza e la stabilità. Per tali motivi si usano d. di porcellana e, per l’impalcatura di sostegno, resine sintetiche che, più della vulcanite usata in passato, rispondono allo scopo. La modellazione deve essere fatta tenendo presenti, oltre ai dati anatomici, le caratteristiche della meccanica masticatoria.
Nelle costruzioni meccaniche, la ruota dentata di raggio primitivo infinito. In essa il profilo a evolvente del dente degenera in un trapezio isoscele in cui l’angolo fra i lati obliqui è pari al doppio dell’angolo di pressione; i fianchi del dente risultano pertanto piani. Viene utilizzata come d. di riferimento per definire un sistema di dentatura, attribuendo cioè le sue grandezze caratteristiche (altezza, angolo di pressione ecc.), a tutte le ruote da essa ottenibili per taglio a inviluppo. trasporti
Ferrovia a d. Quella in cui, per superare tratti di linea a forte pendenza (fino al 20-25% e anche di più), all’aderenza naturale tra i cerchioni delle ruote e le rotaie è sostituito l’accoppiamento tra una o più ruote dentate calettate sugli assi motori della locomotiva e un’asta dentata fissata al binario, in asse tra le due rotaie. Le ferrovie a d. hanno di norma scartamento ridotto e la velocità è piuttosto bassa (10-15 km/ora). L’adozione della d. può risultare conveniente, in esercizio, rispetto alle linee ad aderenza naturale, anche dal punto di vista del tempo di percorrenza, perché con la d. si conseguono sviluppi di linea molto più brevi (anche 10 volte minori). Le d. sono fissate alle traverse e di tratto in tratto il binario è saldamente ancorato al suolo con blocchi di calcestruzzo. Nei treni formati da più vetture la motrice è sempre disposta in coda al treno che essa spinge. Dispositivi di sicurezza (freni e ancore a tenaglia che abbracciano le rotaie) impediscono la retrocessione.