Cataclisma in seguito al quale il mondo terrestre rimane temporaneamente sommerso dalle acque. È un tema presente in moltissime tradizioni mitiche e leggendarie nell’Oriente antico, nel mondo classico (mito di Deucalione e Pirra) e in altre civiltà.
Grandi affinità mostrano soprattutto il mito di Utnapishtim contenuto nel poema babilonese di Gilgamesh e il racconto biblico di Noè. Utnapishtim, consigliato nascostamente da Ea, costruisce l’arca che salverà lui e i suoi dal d. deciso dagli dei per punire il genere umano; dopo 6 giorni e 6 notti di navigazione, l’arca si ferma sul monte Nisir, dove, fatti prima uscire una colomba, una rondine e un corvo, Utnapishtim esce infine egli stesso e offre sul monte un sacrificio agli dei, che mostrano di gradirlo. Nella Bibbia Noè accoglie nell’arca due coppie di ogni specie animale, naviga per più di 10 mesi, poi quando la colomba che ha inviato non torna dal secondo viaggio e l’arca si arena sul monte Ararat, vuota l’arca e l’abbandona, non senza prima sacrificare a Dio.
La presenza dello stesso tema in racconti mitologici di civiltà diverse ha posto all’indagine una complessa problematica, che è giunta anche a prospettare la possibilità di un fondamento storico del fatto. La scienza delle religioni si limita a considerare i miti diluviali in quanto fenomeni mitologici e religiosi, fornendo sotto questo punto di vista alcune precisazioni di carattere generale. Anzitutto, l’espressione può essere applicata correttamente soltanto a quei racconti nei quali la catastrofe investe l’intero orizzonte naturale e l’intero genere umano e non a quelli che accennano a una catastrofe locale; il tema del d. non ha comunque la vastissima diffusione che caratterizza altri temi mitici; la sua importanza risiede nel fatto che è una delle più imponenti estensioni sul piano cosmico del valore simbolico e sacrale delle acque.