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mito

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Dal greco mỳthos ("parola, racconto"), una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri. Il m. può offrire una spiegazione di fenomeni naturali, legittimare pratiche rituali o istituzioni sociali e, più genericamente, rispondere alle grandi domande che gli uomini si pongono. Caratteristica essenziale del m. è che esso si sia diffuso oralmente prima di essere scritto, e che si perpetui nella tradizione di un popolo.

Argomenti e funzioni

I m. si occupano di argomenti importanti per l'esistenza della comunità. Raccontando le origini del mondo, del popolo, delle singole istituzioni, essi non intendono offrirne una spiegazione causale, bensì legittimarle e sanzionarle, proiettandole in un tempo che, essendo il tempo di attività di esseri mitici (dei, eroi, antenati ecc.), ne fornisca la giustificazione religiosa e la garanzia di immutabilità. Perciò il m. è funzionale alle forme di esistenza della comunità e nello stesso tempo fornisce i modelli dell'attività umana che segue le linee di condotta statuite, nel tempo delle origini, dagli esseri mitici. Raccontare m. è quindi un'attività religiosa affine al culto stesso, di cui a volte fa parte integrante (m. inclusi in preghiere, liturgie ecc.).

Classificazione dei miti

Secondo gli argomenti i m. si distinguono usualmente in m. teogonici (origine degli dei), cosmogonici (creazione e ordinamento del mondo), antropogonici o antropologici (origine dell'umanità), soteriologici o culturali (sulle attività di un salvatore o eroe civilizzatore), escatologici (che riguardano il futuro del mondo o l'oltretomba), eziologici (che cercano di spiegare le cause e l'origine di fatti e aspetti della realtà).

Valore simbolico

Per Platone il m. è, in alcuni casi, contrapposto alla verità, ma può essere anche un modo per approssimarsi ad essa, quando si siano raggiunti i limiti del pensiero razionale. Questi m. valgono o per autorità di antiche tradizioni e di racconti miracolosi, o soltanto per sé, come rappresentazioni intuitive e visive di ciò che in realtà trascende il potere dell'occhio mortale. Di qui il valore simbolico del m., che si connette con il suo valore estetico (già Platone osservava come il poeta componga m.). Nella filosofia contemporanea si è tornati a parlare di m., o considerandolo come forma di intuizione estetica sentita come vera e reale, perciò agente in senso politico o religioso sulle convinzioni pratiche degli uomini (B. Croce), o riconnettendolo, come attività simbolica, alle altre forme simboliche dell'espressione (E. Cassirer).

Vedi anche
simbolo Qualsiasi cosa (segno, gesto, oggetto, animale, persona), la cui percezione susciti un’idea diversa dal suo immediato aspetto sensibile. L’originaria funzione pratica, prevalente ma non esclusiva, è sostituita dalla funzione rappresentativa e simbolo si identifica con segno. antropologia Prendendo ... Platóne Platóne (gr. Πλάτων, lat. Plato). - Filosofo greco (Atene 428 o 427 a. C. - ivi 348 o 347). Era di famiglia agiata e nobile; la tradizione racconta che gli era stato inizialmente imposto il nome del nonno, Aristocle, e che quello di Πλάτων gli fu dato più tardi con scherzosa allusione al suo esser πλατύς ... essere antropologia Nell’etnologia religiosa, l’espressione E. Supremo indica una figura pressoché universalmente diffusa nelle culture arcaiche, concepita e rappresentata in maniera assai diversa da altre figure che sono oggetto di culto o sono comunque connesse con i miti delle singole società di interesse ... culto In generale, la manifestazione del sentimento con cui l’uomo, riconoscendo l’eccellenza di un altro essere, lo onora. Si distingue in culto profano e culto religioso. Quest’ultimo è il più comune e include le nozioni di manifestazione esterna del sentimento religioso, adorazione del divino e relazione ...
Categorie
  • ANTROPOLOGIA CULTURALE in Scienze demo-etno-antropologiche
  • MITOLOGIA in Religioni
Tag
  • SOTERIOLOGICI
  • ESCATOLOGICI
  • COSMOGONICI
  • INTUIZIONE
  • FILOSOFIA
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    In psicologia e psicoterapia l’insieme di schemi cognitivi consci e inconsci con cui una famiglia interpreta la realtà interna o esterna al proprio nucleo e ricostruisce psicologicamente la propria storia. Il m. f. è una struttura cognitiva in parte ereditata dalle generazioni passate, in parte creata ...
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Vocabolario
mito
mito s. m. [dal gr. μῦϑος «parola, discorso, racconto, favola, leggenda»]. – 1. Narrazione fantastica tramandata oralmente o in forma scritta, con valore spesso religioso e comunque simbolico, di gesta compiute da figure divine o da antenati...
teogònico
teogonico teogònico agg. [der. di teogonia] (pl. m. -ci). – Che riguarda la teogonia: un mito t.; i poemi t. greci, indiani.
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