Nella tecnica istologica, la separazione degli elementi (cellule, fibre ecc.) che costituiscono un tessuto. Si può fare meccanicamente o per mezzo di reagenti (prevalentemente enzimi) che digeriscano la matrice proteica intercellulare.
D. albumino-citologica Particolare alterazione del liquor cefalo-rachidiano; consiste nell’aumento del tasso di albumina non accompagnato dall’aumento del numero delle cellule. D. atrioventricolare Indipendenza di azione, relativa o assoluta, fra atri e ventricoli per blocco della conduzione atrioventricolare, estremo rallentamento del ritmo sinusale o accelerazione del ritmo di un segnapassi ectopico ventricolare. D. della sensibilità L’abolizione, in un determinato distretto somatico, di una o più forme di sensibilità obiettiva con la persistenza di altre come nella d. siringomielica (anestesia termodolorifica e persistenza della sensibilità tattile), nella d. tabetica ecc. D. psichica Il processo psicopatologico che caratterizza la schizofrenia (➔). Da E. Bleuler è stato descritto come disturbo del pensiero e interpretato come un deterioramento dei nessi associativi. Il deterioramento, che è un autentico sovvertimento, dei processi associativi si estrinseca con fenomeni di dissoluzione, di discordanza (➔) e di inceppamento, e con l’eventuale creazione di rapporti sostitutivi, arbitrari, per cui il pensiero non è semplicemente impoverito, ma anche distorto. Nei casi di estrema accentuazione del processo dissociativo le capacità espressive del pensiero sembrano completamente annullate, potendosi cogliere solo un vaniloquio fatto di una congerie di parole, eventualmente frammiste di neologismi, affastellate senza costrutto alcuno. Se, invece, il disturbo è meno profondo, non solo è possibile, talora, rintracciare un contenuto, con un significato ora diretto, ora simbolico, ma le varie formulazioni possono essere espresse in termini sorprendentemente attraenti, perché le anomalie strutturali – la rottura dell’ossatura sintattica, la dislocazione di frammenti del discorso, la deformazione delle parole, gli inserti bizzarri, il tono caricaturale e, infine, la trasfigurazione della realtà in un mosaico fatto di tessere minute, ciascuna vibrante di una vita propria – acquistano parvenza letteraria.
Freud chiamò in un primo tempo d. psichica il processo attivo di eliminazione dal campo della coscienza di rappresentazioni o di idee penose. In seguito la nozione fu da Freud stesso precisata e trasformata in quella della rimozione.