Nella terminologia scientifica latina e italiana, primo elemento di parole composte che significa «intestino».
In istologia, enterocita, cellula epiteliale prismatica o cilindrica che riveste i villi intestinali; grazie a una fitta e regolare serie di estroflessioni della membrana cellulare (microvilli) a livello del lume, in grado di garantire un notevole aumento della superficie, svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento dei fattori nutritivi. Sono chiamate enterocromaffini cellule dell’epitelio del tubo gastrointestinale contenenti nel citoplasma granuli cromaffini; sono considerate di natura endocrina e liberano serotonina; nel loro insieme formano il sistema enterocromaffine, considerato come un unico complesso funzionale.
Si specifica come enteroglucagone il glucagone secreto dalla mucosa duodenale, distinto dal glucagone pancreatico (➔ glucagone). L’ enteropeptidasi è un enzima proteolitico presente nella mucosa intestinale, specialmente in quella del duodeno, e nel succo enterico. Catalizza l’idrolisi di un singolo legame peptidico della molecola inattiva del tripsinogeno, dalla cui estremità N-terminale stacca un frammento peptidico di sei amminoacidi, producendo contemporaneamente tripsina cataliticamente attiva.
Il termine enteroepatico, cioè comune all’intestino e al fegato, si usa in particolare per il circolo fisiologico che una parte della bilirubina, secreta dal fegato nell’intestino, compie, attraverso la radice della vena porta, a ritroso dall’intestino al fegato, donde viene ceduta al circolo generale, sotto forma di urobilina.
Si dice enteroemorragica una manifestazione morbosa di natura tossinfettiva, sintomatologicamente caratterizzata da diarrea sanguinolenta.
L’ enterite è un processo infiammatorio, acuto, subacuto o cronico, dell’intestino tenue. Può essere espressione di malattie generali infettive (colera, tifo, paratifo, dissenteria) o carenziali (avitaminosi), di stati tossici (avvelenamenti, uremia, acidosi), di alterazioni locali (tossinfezioni alimentari) ecc. Sintomo caratteristico è la diarrea accompagnata o non, a seconda della natura e dell’entità dell’e., dal riscontro di sangue, muco o pus nelle feci, nonché dall’insorgenza o meno di febbre e di dolori addominali più o meno violenti. Particolarmente predisposti all’enterite sono i bambini nei primi anni di vita, specie se in allattamento artificiale (per la enterite regionale o segmentaria, detta anche malattia di Crohn, ➔ Crohn).
Per enterocele si intende qualunque ernia dell’intestino.
L’ enterocistoma è un tumore benigno, cistico ombelicale, di origine diverticolare, derivato dai residui epiteliali del condotto onfalomesenterico persistenti nella cicatrice ombelicale, a localizzazione sottoperitoneale; il suo carattere benigno non ne consente la diagnosi che in caso di infezione.
L’ enteroptosi è il dislocamento in basso nella cavità addominale della massa intestinale. Si ha avvallamento della regione epigastrica e prominenza del basso ventre per rilasciamento della parete addominale; come conseguenza si può osservare stipsi, dispepsia ecc.
L’emorragia intestinale ( enterorragia) rientra nella classificazione delle emorragie digestive attraverso l’ano. Cambia a seconda dell’origine e della rapidità con cui è iniziata. Si distingue a seconda del colorito del sangue e dei rapporti con le feci e l’altro materiale intestinale (muco e pus). È sintomo importante di varie malattie (ulcera duodenale, trombosi mesenterica, tifo, tumori ecc.). Il primo obiettivo della terapia deve essere quello di arrestare in maniera rapida e definitiva il sanguinamento, prendendo in carico la singola patologia di base con approccio dedicato.
L’ enterotropismo è il fenomeno per il quale alcuni germi (vibrione colerico, bacillo del tifo ecc.) raggiungono le pareti intestinali attraverso la via circolatoria, dopo essere penetrati nell’organismo attraverso la mucosa buccale e tonsillare.
Enterectomia Asportazione di un segmento d’intestino tenue per gravi lesioni traumatiche, cancrene, tumori, ernie strozzate ecc. Enteroanastomosi Creazione di una comunicazione (anastomosi) fra due tratti d’intestino. Si esegue dopo resezione di tratti d’intestino o per escludere anse impervie per tumori inoperabili, oppure come tempo complementare di altre operazioni (gastroenterostomia) ecc.; la chiusura temporanea dei monconi di sezione durante la sutura, per impedire la fuoruscita di materiale settico, si ottiene con l’enterostato, strumento chirurgico metallico a due branche articolate atto a produrre una compressione elastica sull’intestino, senza danno per la vitalità di questo.
Enterocistoplastica Intervento che consiste nell’ablazione della vescica e nella sua sostituzione con tratti intestinali per estesi processi distruttivi o invasivi (tumori) a suo carico. Enterotomia Apertura longitudinale del lume intestinale. Viene eseguita per la rimozione di corpi estranei o per il vuotamento del contenuto (occlusione).