ETIOPIA (XIV, p. 459)
Le più recenti vicende dell'Etiopia, dopo la riacquistata indipendenza, sono strettamente legate alla fine del dominio italiano su quella regione e pertanto esse sono state esposte, per necessità di coordinamento, nella voce africa orientale italiana (in questa App.), dedicata appunto alla narrazione dei fatti che hanno portato al ristabilimento, in Etiopia, della situazione politica anteriore all'azione italiana del 1935-36. Si può qui, ad integrazione delle notizie già date, ricordare la questione sorta con la richiesta, da parte dell'Etiopia, di estendere la sua sovranità su parte almeno del possedimento italiano di Eritrea per poter stabilire così, sul Mar Rosso, una propria base (baia di Assab), ora allacciata all'Etiopia dalla strada (v. assab, in questa App.) costruita dagli Italiani.
Esplorazione (p. 459). - Entro i confini che aveva prima della guerra italo-etiopica e della costituzione dell'Africa orientale italiana (v. App. I, p. 62) l'Etiopia ha avuto un notevole sviluppo durante l'amministrazione italiana e le conoscenze del territorio sono sistematicamente progredite negli anni tra il 1936 e il 1939
Notevole impulso è stato dato alla ricognizione cartografica: in alcune zone durante la campagna di operazioni si procedette ad un rilievo aereo fotogrammetrico: ad es. nella zona della grande via di comunicazione tra l'Eritrea e Addis Abeba per Dessiè, in parte della regione di Gondar, Dire Daua, Harar, ecc.
Di tutta l'Etiopia, unitamente all'Eritrea e alla Somalia, sono stati pubblicati i fogli della Carta internazionale al milionesimo con numerose e fondamentali aggiunte e correzioni.
Larga attività è stata svolta dagli studiosi italiani per la ricognizione geologica, con l'invio di numerose spedizioni a cura del Ministero dell'Africa italiana o di altri enti statali e di società minerarie e petrolifere. A. Bianchi, G. Dainelli, M. Gortani, G. Merla, C. Migliorini, E. Minucci, ecc. hanno rilevato larghe zone di territorio, pubblicando risultati preliminari o definitivi, sulla base dei quali G. Dainelli ha potuto pubblicare una grossa opera con una nuova e abbastanza dettagliata carta geologica.
Le conoscenze intorno al clima non hanno potuto essere perfezionate con la stessa rapidità. Tuttavia la rete meteorologica era stata largamente potenziata con l'istituzione di un notevole numero di stazioni, di cui ha dato notizia A. Fantoli. Così dicasi della raccolta di osservazioni idrologiche sui principali fiumi e laghi, lo studio dei quali (v. margherita, in questa App.) è stato particolarmente curato a mezzo di spedizioni di specialisti, così da dare un quadro assai preciso di questi problemi. Da queste spedizioni sono emersi nuovi dati anche per la limnologia generale.
A questi studî dell'ambiente naturale sono da aggiungere quelli, relativi alle popolazioni, di L. V. Grottanelli che ne ha illustrato specialmente talune poco note della regione del Lago Tana e dell'Etiopia sud-occidentale.
A questa attività di studio si è talora accompagnata quella delle realizzazioni pratiche, soprattutto nel campo demografico, agricolo e industriale, anche se non sempre condotta con criterî uniformi.
Popolazione (p. 465, ed anche sotto africa orientale italiana, in App. I, p. 64). - L'Etiopia sembrava contare nel 1939 circa 10 milioni di abitanti su un territorio di oltre 1 milione (1,201,15) kmq. (9 ab. per kmq). Di questi forse un quarto erano italiani, dediti in gran parte ad attività economiche produttive.
Alcuni grossi centri come Addis Abeba (160.000 ab. nel 1939), Adua (5000 ab.), Gimma (10.000 ab.), Gondar (20.000 ab.), Harar (20.000 ab.) la cui popolazione nel 1939 segna un declino, a causa delle condizioni internazionali, si avviavano a essere trasformate in città organizzate all'europea.
Comunicazioni (p. 467). - La rete stradale, cui si fa largo cenno nella App. I (v. africa orientale italiana, p. 65) era stata perfezionata e completata nel 1940 con l'ultimazione di tronchi di costruzione assai ardua, quale quello da Asmara a Gondar per il Semien e qualche altro già iniziato fin dal 1938. Largamente sviluppate le linee aeree con buoni aeroporti e attrezzature nelle città principali.
Risorse economiche (XIV, p. 466 e sotto africa orientale italiana, in App. I, p. 67). - Le risorse economiche dell'Etiopia tra il 1938-40 ebbero un impulso notevole, specialmente l'agricoltura, con l'ingrandimento e il potenziamento di piantagioni già in atto prima dell'unificazione con l'Eritrea e la Somalia e con l'impianto, seppure ancora in fase sperimentale, di altre. Tuttavia la mancanza di criterî uniformi soprattutto nei confronti della mano d'opera indigena e la tendenza a favorire l'immigrazione di popolazione italiana senza congrui ordinamenti hanno talora ostacolato una valorizzazione agricola quasi immediata.
Notevole impulso avevano avuto in quegli anni anche alcune medie e piccole industrie, frutto spesso dell'iniziativa privata.
L'esito delle operazioni militari e la conseguente smobilitazione quasi totale delle iniziative agricole e industriali, molte ancora in fase di assestamento, hanno costretto l'Etiopia a una vasta opera di ripresa che è in corso e della quale non è prevedibile l'importanza.
Bibl.: Cfr. pubblicazioni del Centro studi per l'Africa Orientale Italiana, a cura della R. Acc. d'Italia, Roma 1938 segg.
La chiesa di Etiopia (XIV, p. 480; App. I, p. 69). - Il metropolita dell'Etiopia (abuna) era nominato dal patriarca copto d'Alessandria, che lo sceglieva fra i monaci copti dell'Egitto. Ma durante l'occupazione italiana la Chiesa etiopica si costituì in autocefalia. Infatti, il 27 novembre 1937 un concilio di prelati e dignitarî etiopici sostituì l'abuna egiziano Cirillo con un monaco abissino, già vescovo per precedente consacrazione del patriarca copto.
Con regolamento del 28 luglio 1940, approvato dal governatore generale viceré d' Etiopia, la Chiesa etiopica ricevette la seguente organizzazione. Supremo pastore il metropolita (Liqa-Pāpāsât, Capo degli arcivescovi), eletto fra gli arcivescovi e i vescovi dell'Etiopia da un'assemblea ecclesiastica, e consacrato secondo le modalità indicate dai canoni. L'Etiopia fu divisa in dieci circoscrizioni ecclesiastiche, con alla testa ciascuna un arcivescovo (pāpās), eletto da un Consiglio circoscrizionale di ecclesiastici e notabili e consacrato dal metropolita. Alla dipendenza di ogni pāpās uno o più vescovì (ēpiscopôs), eletti da consigli di ecclesiastici e notabili, e consacrati dai pāpās. Il metropolita, coadiuvato da uno degli arcivescovi in funzione di segretario generale (Wānnā Ṣaḥafī), e assistito: nella sovraintendenza sui conventi e sui monaci dall'Ečagē (Ecieghié), capo del convento di Dabra Libānos, pāpās della circoscrizione ecclesiastica omonima e secondo personaggio della gerarchia ecclesiastica; nella sovraintendenza sulle chiese e sui sacerdoti del Liqa-liqāna-Kāhěnât (Capo dei capi dei sacerdoti), scelto fra gli ecclesiastici di particolare estimazione. In ogni circoscrizione ecclesiastica, alla dipendenza del pāpās, un Capo dei sacerdoti (Liqa-Kāhěnāt) e un Capo dei monaci (Liqa Manākuěsât). Era istituito un Consiglio ecclesiastico.
Recuperato il suo trono nel maggio 1941, l'imperatore Ḫaīla Sellāsē II ha reintegrato in carica l'abuna Cirillo, ma va conducendo con il patriarcato copto laboriose trattative per realizzare, senza rotture, la secolare aspirazione della Chiesa ad avere un metropolita abissino, dotato della facoltà, finora negatagli, di consacrare vescovi. Allo stato attuale dei negoziati, la Chiesa copta s'avvia ad accedere alla richiesta del governo negussita per l'epoca in cui si aprirà la successione dell'attuale abuna, mantenendo però fermo il principio che l'ordinazione del metropolita abissino dovrà essere fatta dal patriarca d'Alessandria, la cui suprema giurisdizione sarebbe altresì tutelata dall'obbligo del suo nulla osta per la consacrazione dei vescovi, e da altre garanzie.
Bibl.: Oriente Moderno, annate 1937 e segg.; P. Mauro da Leonessa, La versione etiopica dei Canoni apocrifi del Concilio di Nicea, in Rassegna di Studi Etiopici, II (1942), p. 29 segg.; C. Conti Rossini, Il Metropolita d'Etiopia ed il Patriarca d'Alessandria, in Rassegna italiana, novembre 1942, n. 294.