ETIOPIA (XIV, p. 459; App. II, 1, p. 881)
Gli anni dal 1948 al 1959 hanno registrato successi in campo internazionale e progressi in quello interno, soprattutto per l'abilità dell'imperatore Häylp̀ Sěllāsi̯è. Liberatosi completamente dalla tutela e dalla presenza delle truppe britanniche, che evacuarono l'Ogaden e la cosiddetta zona riservata nell'estate 1948 e quindi ritirarono nell'aprile 1951 la stessa Missione militare, che aveva sede ad Addis Abeba, l'imperatore riuscì a migliorare le relazioni con la Gran Bretagna, rimaste assai scosse dall'atteggiamento dei comandi e delle truppe britanniche nel periodo dell'occupazione. Con accordo del 29 novembre 1954, l'Inghilterra restituì all'E. alcune zone di confine con il Somaliland, rimaste ancora sotto il suo controllo, ed ottenne dei diritti di pascolo in tali zone per i suoi sudditi somali: tuttavia, l'accordo è stato fonte di nuovi attriti. Del pari, non eccessivamente buone sono state le relazioni con la Francia, soprattutto a seguito dell'unione dell'Eritrea all'E., che ha riacceso l'antico antagonismo tra i porti di Gibuti e di Assab.
Anche il problema di una revisione dei confini tra l'Etiopia e la Costa francese dei somali ha influito sulle relazioni tra i due paesi. Esso è stato, tuttavia, risolto con l'accordo del 16 febbraio 1954.
Un nuovo accordo franco-etiopico (1959), stipulato anche al fine politico di rinsaldare le intese fra i due paesi nella comune opposizione al progetto della "Grande Somalia" (v. somalia, in questa App.), prevede, tra l'altro, notevoli facilitazioni all'Etiopia nel porto di Gibuti (v. oltre). Per quanto riguarda l'Egitto si è giunti alla soluzione della questione con la chiesa copta (v. oltre), fatto che è stato riguardato come un segno di armonia fra i due stati interessati. Nel 1956 l'E. otteneva dal Sudan, divenuto indipendente, la restituzione della concessione commerciale di Gambela (accordata alla Gran Bretagna nel 1902).
Quanto ai rapporti italo-etiopici, nell'immediato dopoguerra i cittadini italiani, considerati insostituibili elementi per mantenere in vita l'apparato tecnico organizzato dall'amministrazione e dalla comunità italiana, furono trattenuti su suolo etiopico dalle autorità locali anche eludendo disposizioni delle autorità britanniche di occupazione. Decisa la sorte dell'Eritrea (v. eritrea, in questa App.) - assegnata all'Etiopia con un vincolo federale - e della Somalia - concessa all'Italia in amministrazione fiduciaria, ma col voto contrario dell'Etiopia, che aveva chiesto di annetterla - ripresi i contatti tra diplomatici italiani ed etiopici sia alle N. U. sia a Ginevra, fu possibile normalizzare i rapporti tra i due paesi con lo scambio di ambasciatori (febbr. 1952). Senonché il pagamento delle riparazioni italiane all'Etiopia, fissate in 25 milioni di dollari dal trattato di pace, e le connesse valutazioni di reciproci debiti e crediti per altre cause provocarono forti divergenze ed il fallimento delle trattative iniziate a Roma da un'apposita delegazione etiopica (1953). Le relazioni tra i due paesi peggiorarono sensibilmente. Sotto la pressione dell'opinione pubblica e di ambienti interessati a riprendere le relazionì economiche e a seppellire il passato, il governo italiano finì per mostrarsi più accondiscendente verso le richieste etiopiche. Si giunse così alla firma dell'accordo di Addis Abeba del 5 marzo 1956, che regolò le questioni economiche e finanziarie stabilendo il pagamento all'Etiopia di 16.300.000 dollari statunitensi sotto forma di costruzione, in Etiopia, di impianti tecnici e industriali, affidata a ditte italiane (una di queste opere è costituita da un bacino idroelettrico sul fiume Hawp̀š, la cui costruzione era già stata progettata dall'amministrazione italiana).
Più che con i suoi vicini o ex vicini, l'imperatore, pur essendo già dal 1944 entrato nell'orbita dell'assistenza finanziaria e tecnica degli S. U. A., ha stretto e continua a stringere rapporti con i principali paesi dei due blocchi opposti, ricevendo dagli uni e dagli altri importanti aiuti economici. Nel 1954, visitò S. U. A. e Canada, quindi varî paesi dell'Europa occidentale e la Iugoslavia; nel 1959 si è recato in Russia. Trattati di natura politica, ma soprattutto economica, hanno suggellato tali visite di cui molto importanti sono quelli firmati con l'URSS e con la Cecoslovacchia.
Nel 1951 l'E. inviò un battaglione di suoi soldati a combattere con le truppe delle N. U. in Corea, prendendo, per la prima volta, parte a operazioni di carattere internazionale. Nel maggio 1958 l'Assemblea delle N. U. ha designato Addis Abeba come sede della Commissione economica per l'Africa, la quale vi ha tenuto la sua prima riunione nel gennaio 1959. Nell'ottobre-novembre 1960, nel corso della crisi congolese l'E. ha sostenuto l'operato delle Nazioni Unite.
Nel governo interno, il sovrano ha mantenuto la linea di condotta seguita fin dalla sua giovinezza, sapendo bilanciare le opposizioni e i contrasti e riuscendo a conservare il suo predominio personale e familiare, secondo la tradizione dell'assolutismo etiopico. Tuttavia la classe giovane occidentalizzata preme in varî modi per ottenere una maggiore indipendenza di azione degli organi dello stato. Situazione che crea un dissidio latente ma continuo. Si sono anche avute rivolte in forze, o tentativi di congiure, ma tutti sono stati repressi anche per l'accentramento della forza militare nelle mani del sovrano. Di maggiore importanza, e tale che avrà effetti certamente non trascurabili nelle vicende interne della società etiopica, è stato il tentativo di un colpo di stato, condotto principalmente dal comandante della Guardia del sovrano, che si è appoggiato sulle forze alle sue dipendenze. Scoppiata ad Addis Abeba il 14 dicembre 1960, durante una visita ufficiale del sovrano nell'America Latina, dopo un primo successo di sorpresa, la rivoluzione è stata soffocata nel giro di qualche giorno dalle forze regolari dell'esercito; grande lo spargimento di sangue a cui ha dato luogo; non pochi uomini politici di primo piano sono stati uccisi. Nel proclama programmatico della rivolta il fine di questa era indicato nell'affrancamento del paese dal regime feudale, per avviarlo verso forme di vita più liberalmente progredite. A favore degli insorti si sono dichiarati, fra gli altri, anche gli studenti dello University College di Addis Abeba.
Ordinamento. - Ordinamento politico. - La nuova costituzione è stata emanata il 4 novembre 1955; alla sua redazione, elaborata da esperti prima europei poi statunitensi, si era cominciato a mettere mano dal 1948. É stata chiamata "costituzione emendata" (ingl. revised c., amarico yätašā́lä hĕ́ggä??? mängĕ́st), per suggerimento degli esperti stessi, affinché non sembrasse che il nuovo atto costituzionale abrogasse la costituzione, piuttosto rudimentale, del 1931, rispetto alla quale, in realtà, poco o nulla esso innova nella sostanza, mentre palese vi è l'intenzione di ribadire il potere di supremo regolatore dello stato riconosciuto al sovrano. Per la prima volta, la Chiesa etiopica è istituzionalmente inquadrata nella struttura dello stato, demandandosi al sovrano l'ordinamento temporale di essa e la nomina dei suoi vescovi. Il parlamento è composto della Camera dei deputati (yähĕ́g mämriyā́ mĕkĕ́r bi̯ḗt "Consiglio per l'iniziativa delle leggi"), elettiva, e del Senato (yähḗg mawåssañā́ mĕkĕ́r bi̯ḗt "Consiglio per la decisione delle leggi"), di nomina imperiale. In conformità ai limiti di tempo fissati dalla nuova costituzione, dall'11 settembre al 10 ottobre (periodo corrispondente al mese di maskarram con cui ha inizio l'anno etiopico) 1957 sono state tenute, per la prima volta, le elezioni politiche per la nomina dei membri della Camera dei deputati, in numero di 210 (di cui 14 eritrei). Non essendo ammessi i partiti politici, i candidati erano indipendenti; con l'iscrizione volontaria degli elettori si è supplito alla mancanza di stato anagrafico; anche le donne erano ammesse alla votazione, diretta e segreta. In relazione al numero dei deputati eletti il Senato è risultato composto di 105 membri (di cui 9 eritrei).
Sulla via della costituzione degli strumenti giuridici regolanti la vita della società etiopica modernizzata si sta provvedendo anche alla emanazione dei codici di norme organiche per i varî rami del diritto. Nel 1957 è stato promulgato il nuovo codice penale (entrato in vigore nel 1958), redatto da un giurista svizzero, facente parte di un comitato in cui figuravano altri giuristi francesi, incaricati di preparare i codici civile, commerciale e marittimo, promulgati nel 1960.
Le norme scritte, che lo stato etiopico va dandosi via via per disciplinare lo svolgimento della vita pubblica, rese note nelle lingue amarica e inglese (la prima, lingua nazionale ufficiale; la seconda, lingua straniera ufficiale di fatto) hanno la forma di awḡǧ (ingl. proclamation), tĕ'ĕzā́z (ingl. order), dänb (ingl. decree), māstāwåqiyā́ (ingl. notice), che, a sua volta, può anche essere ṭaqlāllā́ (ingl. general) e yähĕ́g (ingl. legal). La facoltà di legiferare è esercitata, oltre che dal sovrano e dal parlamento, dal potere esecutivo (ministri), in quanto autorizzato a farlo per materie su cui abbia già inizialmente statuito il potere legislativo; il potere esecutivo, poi, emette tutta la regolamentazione interna (yäwusṭ dänb). La struttura formale delle disposizioni è quella propria dell'Occidente, a cui appartengono gli esperti con l'assistenza dei quali esse sono elaborate. Proporre le leggi spetta al sovrano o a più membri insieme del parlamento, ma nessuna legge, di fatto, viene proposta senza il beneplacito del primo.
Ministri e viceministri sono scelti e nominati dal sovrano; i progetti di legge da essi proposti passano al parlamento dopo l'approvazione sovrana. Attribuzioni, funzioni e ordinamento dei ministeri sono, formalmente, quelli dell'Occidente, da cui, quasi sempre, provengono gli esperti ai quali è affidato nella realtà il funzionamento dell'apparato amministrativo; nella realtà, sul loro funzionamento pesano i costumi tradizionali della società feudale etiopica.
Ordinamento amministrativo. - L'amministrazione periferica dello stato avviene con la divisione del territorio in 12 province suddivise in 72 circondarî e questi in distretti e sottodistretti. A capo delle province è un governatore generale di nomina regia, assistito da un direttore pure di nomina regia, coadiuvato da un consiglio consultivo.
L'ordinamento municipale è stato adottato nei maggiori centri cittadini, alla cui amministrazione presiede un sindaco (käntibā́ in Addis Abeba e Gondar, yäkatamā́ šum "capo della città" altrove), dipendente dal governatore generale della provincia, o, in Addis Abeba, dal ministro degli Affari interni.
Forze armate. - Ordine pubblico e difesa hanno i loro corpi militari, la cui istruzione e organizzazione sono state affidate a stranieri, per lo più europei (compresa l'aviazione militare, con scuola a Debrä??? Zäìt, già Bisoftu); truppe scelte formano il corpo della Guardia del sovrano.
Finanze. - L'ordinamento e la direzione delle finanze dello stato sono affidati a consulenti occidentali; alla disciplina dell'attività economica e finanziaria del paese presiede la Banca di stato (fondata nel 1942 ed entrata in funzione nell'aprile 1943), con a capo dirigenti stranieri, per lo più degli S.U.A. Essendo l'unico istituto etiopico di credito, di stato e funzionante anche come istituto di emissione, la sua posizione come azienda economica è stata fin da principio privilegiata, con positivi risultati di gestione; la sua amministrazione, comunque, è apparsa sanamente impostata e condotta. L'unità monetaria è il tallero (bĕr) o dollaro etiopico (messo in circolazione nel 1945), basato sul sistema divisionale decimale e suddiviso in centesimi; la sua parità aurea è di circa 0,3577 g di oro; la parità ufficiale con il dollaro statunitense è fissata a 2,484 dollari etiopici; i cambî di acquisto e di vendita variano da 2,475 a 2,525. Per riparare alla scarsa possibilità di concessione di piccoli crediti a basso interesse (per un periodo massimo di tre anni) fu poi creata, nel 1945, la Banca agricola e commerciale (Agricultural and commercial Bank of Ethiopia), essa pure di stato, la cui attività, però, fu scarsa e che fu assorbita dalla Banca etiopica per il progresso (The development Bank of Ethiopia), costituita dal governo nel 1951, su richiesta della International Bank for reconstruction and development in occasione del terzo prestito da questa accordato all'Etiopia. Essa agisce con criterî speciali, esercitando il credito a medio termine per incoraggiare l'espansione o la formazione di imprese commerciali, nel cui rischio interviene con prestiti o partecipazioni, e, quando occorra, con consulenza tecnica. Per svolgere un'attività immediatamente redditizia, nel 1951 la Banca creò la società sussidiaria "Ceres", agente come commissionaria per l'acquisto di prodotti agricoli per conto di commercianti e concedente prestiti di mercato.
L'ordinamento fiscale, creato da europei secondo i criterî occidentali, ha condotto all'abolizione dei molteplici tributi e oneri in natura gravanti sulle terre, sostituendoli con una duplice imposta in denaro, commisurata alla qualità dei terreni; un trattamento a sé hanno le terre della Chiesa. I sudditi nomadi pagano un'imposta sul bestiame. Fonte principale delle entrate dello stato sono, però, le imposte sulle attività commerciali e prima di tutto i diritti doganali (quasi la metà del totale degli introiti).
I rapporti commerciali con l'estero, rappresentati per oltre la metà dalle esportazioni di caffè, hanno avuto un andamento attivo per la gran parte del periodo in esame. Negli anni in cui si è verificato un deficit nella bilancia delle merci e servizî, l'afflusso di finanziamenti esteri in forma di prestiti è stato sufficiente a compensarne l'effetto, consentendo anche un modesto aumento delle riserve valutarie. Nel 1958, la divergenza tra il movimento delle esportazioni e quello delle importazioni, ha determinato un saldo netto negativo relativamente ampio, il quale è stato fronteggiato, oltre che con una riduzione delle riserve valutarie, mediante nuovi crediti concessi dalla Banca mondiale e più cospicui aiuti americani.
Ordinamento giudiziario. - È stata creata una Corte suprema del sovrano, presieduta dall'àfa nĕgùs (carica tradizionale inserita nella nuova struttura) e usualmente comprendente anche un giudice non etiopico (appartenente all'Alta Corte), sebbene molti dei casi a questa sottoposti passino alle decisioni personali del sovrano; un'Alta Corte (voluta dal governo britannico, con il trattato del 1942, per tutelare il giudizio degli europei), composta di un numero variabile di sezioni, annovera anche giudici europei, che presiedono alcune sezioni, e giudici aggiunti temporanei di nomina imperiale e non ha limiti alla sua competenza (può anche agire come tribunale di prima istanza), che si estende alla giustizia amministrativa e a particolari controversie civili di natura pubblicistica.Vi sono, poi, i tribunali provinciali, circondariali o regionali, distrettuali e sottodistrettuali, dove non siedono giudici europei e con giurisdizione in materia civile e penale. È previsto l'appello dal tribunale di ordine inferiore a quello superiore, ed è definitivo il giudizio pronunciato in sede di appello. Nel 1947 fu istituito il giudice locale con preminente funzione di giudice conciliatore, di nomina ministeriale (ministero degli Interni). Tribunale particolare è la Corte per la sicurezza dello stato (istituita nel 1947), con relativa Corte di appello; le autorità ecclesiastiche, poi, continuano a esercitare diritti giurisdizionali tradizionali, di limitata estensione. I musulmani hanno proprî tribunali competenti in materia privata.
Ordinamento scolastico. - Scuole elementari sono aperte in più luoghi, con corsi che possono giungere fino alla ottava classe; in ogni provincia vi è, poi, una scuola media (secondary school), mentre nella capitale le scuole di tale tipo raggiungono la diecina. Si aggiungono alcune scuole di avviamento tecnico e commerciale e di agricoltura, e qualche altro centro educativo speciale a indirizzo pratico o preparatorio per l'insegnamento. Del tipo della scuola media superiore sono alcuni "colleges": lo University College, aperto nel 1950, e l'Engineering College, aperto nel 1952, ambedue in Addis Abeba; il College of Agriculture and Mechanical Arts, istituito nel 1956 a Alamāyp̀ presso Harar; il Public College, aperto a Gondar nel 1954. Più importante di tutti è lo University College, diviso in due indirizzi (umanistico-commerciale-amministrativo e scientifico), con corsi quadriennali e rilascio del diploma di "bachelor". Molto ha contribuito, per lo sviluppo dei programmi educativi, il notevole aiuto, sia finanziario che di personale specializzato e materiale scolastico dato all'Etiopia dall'estero (per es., World Health Organisation, The Food and Agricultural Organisation, UNESCO, e stati europei come Svezia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia); in particolare modo estesa e varia è l'assistenza concreta data dagli S.U.A., specialmente in seguito all'accordo per la collaborazione tecnica stipulato con l'Etiopia nel 1951. A parte vanno ricordate le scuole private, sorte per iniziativa di stranieri (ivi comprese le scuole tenute dalle varie missioni religiose). Lingua di insegnamento è l'inglese, a cominciare dalla terza classe elementare.
Per l'istruzione universitaria e superiore specializzata i giovani abissini vengono inviati all'estero (specialmente: Europa, S.U.A.).
Vita economica; comunicazioni. - Cospicui e essenziali sono stati finora gli aiuti economici e finanziarî degli S. U. A., concessi sotto varie forme, mentre gli aiuti tecnici hanno permesso, fra l'altro, di creare l'aviazione civile etiopica (fu costituita nel 1945 la "Ethiopian Air Lines" a cura della Società "Trans World Airlines" statunitense, che fornisce il materiale e il personale tecnico e navigante). Importante è la molteplice cooperazione degli S.U.A. concernente la preparazione e attuazione di programmi di collaborazione tecnica nei varî rami della vita economica del paese, con il contributo statunitense in personale specializzato e mezzi finanziarî (fino al 1958 gli Stati Uniti avevano speso circa 27 milioni di dollari S.U.A. per queste iniziative in Etiopia, senza contare aiuti a parte per l'esecuzione di programmi militari). Indirettamente, un altro contributo sostanziale gli S.U.A. hanno dato con i prestiti concessi all'Etiopia dalla Banca internazionale per la ricostruzione e il progresso nel 1950-51 e nel 1957 (in quest'ultimo ha partecipato anche una banca statunitense), ammontanti in totale a 23.500.000 dollari S.U.A., destinati: a) al mantenimento e alla costruzione di grandi strade di comunicazione; b) allo sviluppo delle telecomunicazioni; c) alla concessione di crediti agli agricoltori e alle imprese industriali. Altre nazioni hanno concesso, talora con l'intervento privato, prestiti in denaro e forniture di materiali e prodotti industriali: Svezia (1945-46), Iugoslavia (1957-59), Cecoslovacchia (1959), Germania (1959), Russia (1959): l'intervento di questa ultima, di notevole ampiezza, riguarda impianti tecnici di produzione industriale e centri di istruzione professionale per la tecnologia. La collaborazione di nazioni estere si estende anche, ufficialmente o ufficiosamente, all'invio di missioni di esperti che dirigono le attività tecniche e amministrative nei varî rami della vita pubblica. Un piano quinquennale (1957-61) è stato predisposto (principalmente con l'aiuto di Iugoslavi) per accelerare lo sviluppo nel paese.
Per migliorare l'economia si cerca di stimolare una più appropriata produzione e selezione delle merci destinate all'esportazione (specialmente caffè, pelli, grani) e di attirare capitali privati stranieri per la creazione di industrie, ancora rare e con produzione destinata all'assorbimento del mercato interno (zucchero, tessili), tutte in mano di stranieri, anche se le società appaiono etiopizzate nella costituzione legale. Per accrescere il traffico con l'estero attraverso gli accessi al mare, di cui l'Etiopia dispone dopo la federazione con l'Eritrea, è stata iniziata (1958) la costruzione di nuovi impianti portuali ad Assab, dove l'afflusso delle merci è andato crescendo dal 1953, in concorrenza con il traffico svolto attraverso il porto di Gibuti. Il ricordato accordo (1959) con la Francia prevede tuttavia la concessione di una zona franca all'Etiopia nel porto di Gibuti per il transito attraverso quest'ultimo e la partecipazione dell'Etiopia alla gestione della ferrovia Gibuti-Addis Abeba, trasformando in etiopica, con sede a Addis Abeba, la società proprietaria, con l'apporto del capitale etiopico in parti eguali con quello francese.
La disponibilità delle coste e di porti sul mare (Massaua e Assab) conseguente alla federazione dell'Eritrea con l'E., ha portato alla costituzione di un direttorato generale della marina (1953), annesso al ministero della Difesa nazionale, e a dare principio alla legislazione marittima (1953) e alla formazione di una marina civile (composta finora di alcune piccole imbarcazioni per la pesca locale o piccolo cabotaggio, per lo più di proprietà di italiani) e militare etiopiche (ambedue alle dipendenze del ministero anzidetto), con l'istruzione di personale specializzato (sul lago Ṭānp̀ la navigazione è effettuata da alcune imbarcazioni, le più già italiane, gestite dalla società Navigatana, costituita da Italiani, con sede a Gorgorp̀, che continua il traffico e l'attività iniziati durante l'amministrazione italiana).
Ordinamento ecclesiastico. - Anche la Chiesa etiopica, quale elemento componente essenziale della società etiopica, ha avuto la sua disciplina con norme scritte (1942), riguardanti i diritti fondiarî ecclesiastici e il servizio e la remunerazione del clero, decisamente innovando formalmente rispetto alla tradizione. Un'azione, durata più anni (1942-1959), del governo etiopico, poi, è riuscita a rendere autocefala la Chiesa rispetto al patriarcato copto di Alessandria, con il riconoscimento, in un primo tempo, di un metropolita di nazionalità etiopica (consacrato nel 1951), elevato successivamente a patriarca con il diritto di consacrare vescovi, sotto la propria giurisdizione in Etiopia, senza l'assenso preventivo (già imposto al metropolita) del patriarca di Alessandria (1959). La Costituzione garantisce libertà agli altri culti.
Portata e significato dell'occidentalizzazione del paese. - Il processo di occidentalizzazione che si riflette nelle istituzioni politiche, sociali ed economiche del paese, ha naturalmente investito anche i costumi, e ciò, essenzialmente, nei pochi maggiori centri urbani, dove i modi del vivere europeo sono più imitati e il tradizionale resiste commisto con il moderno forestiero. Meno diffusa questa influenza è finora stata nelle arti (nel senso più ampio); in letteratura, malgrado una certa quantità di scritti, in lingua amarica, pubblicati finora, non si nota, invece, alcun deciso segno nuovo che vada al di là degli schemi e dei concetti tradizionali. Gli autori si sono ripetutamente cimentati anche nella produzione drammatica, che è ancora ai suoi tentativi iniziali; frequenti gli scritti didattici; lo sviluppo della stampa periodica ha aperto la via al giornalismo, sotto direzione straniera. In tutta la letteratura è dominante il motivo didascalico-moralistico con fine nazionale e politico e vi appare d'obbligo il tono encomiastico in lode dell'attuale sovrano (Häylp̀ Sĕllāsi̯è). Qualche cambiamento si è operato nella lingua, nel lessico e nella sintassi principalmente.
Ma fra l'aspetto esteriore dello stato etiopico, offerto dalla struttura e dall'attività ufficiale di cui si è fatto cenno qui sopra, e la realtà sociale e politica del paese vi è ancora un vuoto profondo, dovuto all'opposizione delle due entità culturali a contatto, l'occidentale e l'etiopica in senso lato. Ciò è già intuibile quando si pensi alla diversità di genti, in diversi stadî culturali e in rapporti diversi con la razza che tiene il potere, la cristiana abissina, che costituisce l'insieme della popolazione del paese; e tali genti continuano a vivere entro gli schemi tradizionali della propria cultura, restando ancora confinate ai pochi elementi urbani, e più spesso appartenenti alla classe dominante, le forme apportate dall'Occidente. Di qui i fenomeni segnalati da osservatori occidentali, come indice dell'acuta discordanza fra le forme della nuova organizzazione politica e sociale e le condizioni reali della società etiopica che deve attuarle.
Bibl.: Oltre i testi pubblicati nel giornale ufficiale (Naggàrìt Gàzi̯etā́-Negarit Gazeta, dal 30 marzo 1942), le riviste Oriente Moderno (specialmente rubrica Etiopia, di L. Ricci, dal 1947) e Affrica (poi Africa) e la Monthly letter (poi Report) pubbl. dalla Banca di stato, cfr. M. Perham, The government of Ethiopia, Londra 1948 (cfr. recensione di L. Ricci in Oriente Moderno, Roma 1949, p. 40 ss.); L. Ricci, Pubblicazioni in amarico di questi ultimi anni, in Oriente moderno, 1950, pp. 186-198; N. Marein, The judicial system and the laws of Ethiopia, Rotterdam 1951; O. Sambucini, L'autocefalia della chiesa copta d'Etiopia, in Affrica, luglio-agosto 1951; D. A. Talbot, Contemporary Ethiopia, New York 1952; G. Cora, La ripresa delle relazioni diplomatiche fra l'Italia e l'Etiopia, in Rivista di studi politici internazionali, 1952, n. 1-2; Camera di commercio italiana per l'Africa, Etiopia d'oggi, Roma 1952; J. S. Trimingham, Islam in Ethiopia, Londra 1952; Murad Kamil, Das Land des negus, Innsbruck 1953; Chamber of Commerce, Guide Book of Ethiopia, Addis Abeba 1954; Ministry of Commerce and industry, Economic progress of Ethiopia, Addis Abeba (ma Nairobi), 1955; G. Messing, Changing Ethiopia, in The Middle East Journal, 1955; N. Marein, The Ethiopian Empire - Federation and Laws, Rotterdam 1955; Ambasciata d'Etiopia, Revised Constitution of Ethiopia, Washington 1955; C. Sandford, The Lion of Judah hath prevailed, Londra 1955; D. D. Talbot, Haile Selassie I, Silver Jubilee, L'Aia 1955; E. Cerulli, La costituzione dell'Etiopia, in Affrica, gennaio-febbraio 1956; W. E. H. Howard, Public administration in Ethiopia, Groninga e New York 1956; T. Tedla, La costituzione dell'Etipia e gli interessi dell'Eritrea, in Affrica, agosto-settembre 1956; G. Cora, Italia e Etiopia, Firenze 1957; W. H. Lewis, Ethiopia: progress and problems, in The Middle East Journal, 1956, pp. 257-268; H. Jenny, Aethiopien-Land im Aufbruch, Stoccarda 1957; W. Luther, Ethiopia today, Londra 1958; Ad. E. Jensen, Altvölker Süd-Athiopiens, Stoccarda 1959; Severianus, Origini e organizzazione della chiesa copta, in Nuova Antologia, Roma 1960, p. 101 ss.; E. Ullendorff, The Ethiopians, an introduction to country and people, Londra 1960. Per i rapporti della Chiesa etiopica con il patriarcato di Alessandria: J. Simon, Bibliographie éthiopienne (1946-1951), in Orientalia, 1952, p. 61, nn. 171, 179.