Filologo e critico letterario italiano (Lizzano in Belvedere 1924 - Bologna 2014). Indagatore inquieto e acuto dell'opera letteraria (Petrarca, Alfieri, Machiavelli, Tasso, ecc.) nelle sue radici culturali, nei suoi movimenti sperimentali, nelle sue cellule e strutture tecniche e retoriche, interprete così elegante come flessibile, consapevole della mobilità e molteplicità dei problemi e delle prospettive, allievo, nell'ateneo bolognese, dell'umanesimo tardoromantico di C. Calcaterra e della nuova storiografia artistica di R. Longhi, si è affermato, con l'edizione critica dei Dialoghi di T. Tasso (1958), tra i più sottili interpreti della «nuova filologia» italiana, erede di illustri modelli tedeschi attraverso il magistero di M. Barbi e di G. Contini.
Prof. ordinario di letteratura italiana all'univ. di Padova e di Bologna, socio naz. dei Lincei (1987). Ha animato e ispirato per lunghi anni le edizioni del Mulino. Dalla sua cattedra d'italianistica R. si è fatto interprete delle migliori istanze di rinnovamento della critica postcrociana, entrando nel dibattito teorico relativo sia alla letteratura, sia alle morfologie storiche del sapere. Dopo i primi studi sull'Umanesimo (Claricio, Codro, Filelfo, 1948-1950), si è occupato in prevalenza di Rinascimento e Barocco (ed. crit. dei Dialoghi di T. Tasso, 4 voll., 1958; ed. dei Trattatisti e narratori del Seicento, 1960; Letteratura barocca, 1961; Rinascimento inquieto, 1965; Anatomie secentesche, 1966; Politica e commedia. Dal Beroaldo al Machiavelli, 1972; Poesia come retorica, 1980, su T. Tasso; Il colore eloquente. Letteratura e arte barocca, 1995); ha fornito notevoli contributi anche su altri periodi della nostra storia letteraria (Il lettore di provincia. Renato Serra, 1964; Metafora e storia. Studi su Dante e Petrarca, 1970; Il romanzo senza idillio. Saggio sui «Promessi sposi», 1974, seguito da: La dissimulazione romanzesca. Antropologia manzoniana, 1990; Il concerto interrotto, 1979; Il silenzio della Gorgone, 1980, su D'Annunzio; Le pietre del sogno. Il moderno dopo il sublime, 1985; I lumi dell'erudizione. Saggi sul Settecento italiano, 1989; Il volto nelle parole, 1988 e 2003; Romanticismo italiano e romanticismo europeo, 1997; Il Novecento e dopo, 2003; Le metamorfosi della parola. Da Dante a Montale, 2004; Prime lezioni. Scipio Slataper, Giovanni Boine, 2004). Ha dedicato a Dante alcuni cospicui saggi, comparsi tra il 1963 e il 1968 e poi riveduti e raccolti, con altri studi petrarcheschi e trecenteschi, nel volume Metafora e storia. Studi su Dante e Petrarca (1970). Negli studi danteschi e trecenteschi, che si applicano a un universo culturale ove «la parola scritta equivale ancora a un gesto o a un evento e la storia può essere una scrittura che ha bisogno di essere decifrata» (si veda soprattutto l'originalissima esegesi del I del Purgatorio, così ramificata di richiami classici e biblici, mistici e filosofici, di segni e atti liturgici, e mossa sui due piani retorico ed esistenziale), R. ha dato coerente e convincente esempio di un metodo di lavoro, di una critica volta a considerare più «la storia entro l'opera d'arte che non l'opera d'arte nella storia». Ha notevolmente allargato i territori del «letterario» e i modi di leggerlo attraverso i suoi studi su Tecniche della critica letteraria (1967), Scienza e letteratura (1978), Ermeneutica e commento. Teoria e pratica dell'interpretazione del testo letterario (1990), La retorica d'oggi (2002), Un'etica del lettore (2007) e Le voci dei libri (2012). I suoi scritti di critica e di erudizione sono raccolti nei tre volumi I sentieri del lettore, 1994; nel vol. III è la imponente bibliografia ragionata degli scritti. Significative pagine autobiografiche e di storia della cultura italiana del secondo dopoguerra sono in Conversazioni, 1998 e Camminare nel tempo, 2006.