Forlì Comune della Romagna (228,20 km2 con 118.292 ab. nel 2020), capoluogo della prov. di Forlì-Cesena. È situata presso lo sbocco in pianura delle valli confluenti del Montone e del Rabbi. Chiusa a NE dalla ferrovia Bologna-Ancona e a O dal torrente Montone, si è estesa principalmente lungo l’asse SE in direzione di Rimini. L’economia urbana è andata via via evolvendosi verso una solida industrializzazione e un incremento del terziario. Le industrie chiave interessano i settori metalmeccanico (produzione di carrozzerie per autoveicoli pesanti, macchine agricole, utensili e elettrodomestici), tessile, dell’abbigliamento, calzaturiero ed alimentare. Primaria importanza assumono anche le attività commerciali, principalmente per quanto concerne i prodotti dell’agricoltura (ortaggi, frutta, cereali, barbabietole) e della zootecnia (suini, ovini e pollame). La città è attraversata dalla Via Emilia e dalla linea ferroviaria Bologna-Lecce; inoltre, è in comunicazione con il bacino di Firenze attraverso la strada del Passo del Muraglione.
Fu fondata come luogo di mercato (Forum Livii, forse da G. Livio Salinatore console nel 188 a.C.) su un preesistente centro gallico. Durante l’alto Medioevo la sua storia si confonde con quella generale dell’Esarcato. Nell’11° sec. sorse il comune, spesso in lotta con le città vicine (specie con Faenza, nel 12° sec.). In seguito, sulla città si instaurò la signoria della famiglia degli Ordelaffi che, in lotta con la Chiesa, riuscì a mantenere il suo potere per quasi due secoli. Nel 1480, passò, per investitura concessa da Sisto IV, a Girolamo Riario e quindi alla vedova, Caterina Sforza. Alla caduta del Valentino, che se n’era impadronito nel 1500, fu direttamente incorporata nei domini della Chiesa.
La città, entro le mura medievali, ha pianta ovale, e la piazza A. Saffi (piazza Maggiore), da cui partono le strade che dividono Forlì in quattro rioni tradizionali, ne costituisce il centro. Vi si trovano il palazzo del Podestà (1460), la chiesa di S. Mercuriale, basilica lombarda a 3 navate, il municipio (14°-15° sec.).
Provincia di F.-Cesena (2378 km2 con 395.306 ab. nel 2020). Istituita nel 1992, quando dalla provincia di F. fu distaccata l’area che ha costituito la provincia di Rimini, è divisa in 30 comuni. La popolazione è distribuita nei centri minori di pianura, con progressivo spopolamento della regione appenninica. L’agricoltura è molto sviluppata; l’ortofrutticoltura ha in Cesena uno dei più importanti centri italiani di raccolta e di esportazione. Si producono anche foraggi, cereali, tabacco, barbabietole da zucchero e uva da vino. L’elevato livello di industrializzazione e specializzazione del settore primario e la diffusione del sistema delle cooperative rappresentano punti di forza di questo comparto produttivo, fortemente dinamico e redditizio. Il settore secondario, oltre alla tradizionale caratterizzazione agroindustriale, è sviluppato nei rami della meccanica, dell’elettrotecnica, della chimica e dell’abbigliamento. Floride anche le attività del settore terziario (commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura, turismo).