Comune dell’Emilia-Romagna (135,71 km2 con 149.335 ab. nel 2020), capoluogo di provincia. È situata sulla costa adriatica, alla foce del fiume Marecchia.
La pianta dell’abitato romano ha lasciato chiare tracce nella parte che giace tra la Marecchia, il minore torrente Ausa e il tracciato della ferrovia. Nel Medioevo l’abitato fu forse più raccolto di quello romano, ma con la signoria della famiglia Malatesta la città si espanse, ampliandosi per lungo tratto sul lato sinistro della Marecchia e formando il borgo di San Giuliano. Entro quei limiti R. rimase fino al quarto decennio del 19° sec., quando sorsero lungo il mare i primi stabilimenti balneari. Dopo il 1920 la costruzione dei grandi alberghi e di un numero elevatissimo di pensioni portò il quartiere balneare molto al di là del torrente Ausa. Dopo le distruzioni della Seconda guerra mondiale, il quartiere fu ricostruito e riorganizzato e cominciò a espandersi rapidamente, specialmente verso N, oltre il corso della Marecchia, deviato negli anni 1930 allo scopo di evitare le ricorrenti esondazioni. Il successivo grande sviluppo del turismo, che richiama a R. centinaia di migliaia di visitatori all’anno, ha portato alla formazione di una vera e propria conurbazione balneare, una città lineare che si estende lungo la costa per una sessantina di kilometri, uscendo anche dai limiti della provincia: infatti continua ininterrotta dalle spiagge ravennati di Milano Marittima e Cervia a quella marchigiana di Gabicce.
La popolazione comunale è cresciuta notevolmente tra gli anni 1950 e gli anni 1980, per aumentare poi a un ritmo più moderato. Il turismo estivo ha trasformato la vita economica della città e dell’immediato entroterra, inducendo lo sviluppo di attività industriali (edilizia, arredamento, abbigliamento, nautica da diporto) e di forme di agricoltura specializzata (vite, ortaggi, alberi da frutta). R. costituisce uno dei quattro poli del sistema fieristico emiliano-romagnolo (con Bologna, Parma e Piacenza), nel cui contesto organizza numerose rassegne dedicate a una riqualificazione delle strutture per la tutela ambientale, il turismo e le attività del tempo libero, e finalizzate alla diffusione di tecnologie innova;tive per l’industria alberghiera e per l’allestimento di parchi tematici.
L’antica Ariminum, fu occupata nel 268 a.C. dai Romani. Entrata a far parte del regno gotico, fu conquistata nel 538 dai Bizantini. Nelle mani dei Longobardi alla metà dell’8° sec., poi in quelle dei Franchi, per la donazione di Pipino passò alla Chiesa. Governata da duchi, poi da conti, dall’11° sec. cominciò a essere retta da magistrature locali. Alla fine del 13° sec. la lotta tra fazioni portò al costituirsi della signoria dei Malatesta, con cui la storia di R. si confuse fino al 1500, quando la città fu presa da Cesare Borgia. Dopo breve dominio veneziano (1503-09), R. passò sotto il governo diretto della Chiesa. Occupata dagli Austriaci (1814) e poi per breve tempo da Gioacchino Murat (1815), ritornò nel 1816 sotto il governo dello Stato Pontificio. Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia.
Dell’età romana restano notevoli monumenti, tra cui l’arco di Augusto, il più antico fra gli archi commemorativi romani giunti a noi, eretto (27 a.C.) nel punto in cui finiva la Via Flaminia e incominciava l’Emilia, con la muratura ai due lati dell’arco. Gli altri tratti scoperti delle mura (eccetto la porta meridionale, di età sillana) appartengono alla ricostruzione di Aureliano. Rimangono ancora mosaici, resti dell’anfiteatro, attribuito al periodo di Adriano, e il ponte di Tiberio (in realtà costruito tra il 14 e il 21 d.C.) sul fiume Marecchia. Il teatro occupava la metà di un’insula a ponente del Foro.
Notevoli gli edifici sulla piazza Cavour, centro della città: palazzo dell’Arengo (1204), palazzo del Podestà (1330 ca., rimaneggiato), palazzo Garampi (1562, ricostruito nel 1687), Teatro Comunale (L. Poletti, inaugurato nel 1857; semidistrutto nel 1944); la fontana è del 1543, ricomposta da Giovanni da Carrara con elementi più antichi; la statua bronzea di Paolo V è di N. Cordier (1611). La pescheria, del 1747, è di G.F. Buonamici. Del castello malatestiano, eretto nel 1446, resta solo la rocca.
Il monumento principale di R., e uno dei massimi del Rinascimento, è il Tempio Malatestiano (già chiesa di S. Francesco), struttura duecentesca rinnovata (1450) da L.B. Alberti (con Matteo de’ Pasti) per Sigismondo Pandolfo come sacrario di famiglia. La decorazione plastica dell’interno è in gran parte di Agostino di Duccio; vi sono un Crocifisso di Giotto e un affresco di Piero della Francesca. Tra le altre chiese, S. Giovanni Evangelista (detta S. Agostino; iniziata 1247; all’interno, un crocifisso e affreschi di scuola riminese del 14° sec., affreschi di V. Bigari e stucchi di Ferdinando Bibiena), e S. Giuliano (documentata dall’816; ricostruita nel 16 sec.). Sono da ricordare il tempietto ottagono di S. Antonio (1518, rifatto 17° sec.) e la chiesa dei Servi (14° sec., rifatta nel 18°). Il Museo Comunale comprende una sezione archeologica e una ricca pinacoteca. La Biblioteca Civica fondata da A. Gambalunga e legata al Comune nel 1619, conserva preziosi incunaboli e codici.
Provincia di R. (865 km2 con 336.798 ab. nel 2020, ripartiti in 25 Comuni). La provincia è stata istituita nel 1992 con il distacco di 20 Comuni da quella di Forlì, ai quali si sono aggiunti altri 7 Comuni dalla provincia di Pesaro e Urbino nel 2009. Il territorio è litoraneo e sublitoraneo, tra il mare e il piede dell’Appennino, corrispondente per la massima parte alle valli dei fiumi Marecchia e Conca. L’economia è in gran parte fondata direttamente o indirettamente sullo sviluppo del turismo balneare.