Poeta tedesco (Wesselburen, Dithmarschen, 1813 - Vienna 1863). Una delle maggiori personalità della storia letteraria tedesca in ambito teatrale, la sua vasta opera è dominata da una visione tragica del mondo e della storia. Tra le sue opere maggiori: Maria Magdalene (1843) e Gyges und sein Ring (1856), suo capolavoro.
Figlio di un muratore, ebbe un'infanzia e un'adolescenza cariche di amarezze e di umiliazioni, ciò che contribuì a forgiare il suo carattere caparbio e violento e a sviluppare in lui un esasperato orgoglio di rivalsa. Trasferitosi ben presto ad Amburgo, pur di procedere negli studi non disdegnò di farsi mantenere prima dalla scrittrice Amalie Schoppe, poi, e più a lungo, dalla sartina Elise Lensing. Si assentò da Amburgo per seguire per alcuni semestri dei corsi all'università di Heidelberg e a quella di Monaco (1836-39), in seguito per effettuare viaggi di studio a Parigi, a Roma e a Napoli (1843-45) in virtù di una borsa di studio offertagli dal re di Danimarca Cristiano VIII. Nel 1846 si trasferì a Vienna, ove conobbe e sposò l'attrice Christine Enghaus, donna sensibile e colta che comprese la sua opera e lo sostenne nelle difficoltà che ancora per lungo tempo dovette affrontare. Gli eventi del 1848 respinsero il poeta, dapprima giovanilmente eversivo nei riguardi della società, verso posizioni di reazione. Fatto certo della propria missione poetica durante gli irregolari anni di università (fra l'altro, ascoltò lezioni e subì l'influsso di Schelling), si dedicò subito al teatro, genere nel quale finì con l'emergere come una delle maggiori personalità di tutta la storia letteraria tedesca.
Come uomo di teatro H. caratterizzò la propria tematica radicalizzandola nel segno di una visione tragica del mondo e della storia. In tal senso vanno viste le tragedie del periodo amburghese Judith (1839) e Genoveva (1841), che violentemente sconvolgono, verso un esasperato estremismo di situazioni, i soggetti tradizionali in esse ripresi e, dopo un primo volume di Gedichte (1842), prove di una lirica pensosa e preoccupata, il suo capolavoro del periodo iniziale, Maria Magdalene, tragedia borghese che non è più, come l'Emilia Galotti di Lessing ovvero la Luisa Millerin di Schiller, la risultanza del contrasto fra borghesia e aristocrazia, bensì l'esito tragico dell'urto interno alla stessa borghesia, imprigionata nei pregiudizi della sua ottusa moralità. Il periodo viennese è aperto da due commedie, Der Diamant (1847) e Der Rubin (1851), che sono scritti decisamente minori. In continuità col precedente volume di poesie pubblicava intanto Neue Gedichte (1848) e, sul solco della sua precedente produzione, Herodes und Mariamne (1849) e Agnes Bernauer (1851), l'una tragedia dell'amore fra due spiriti ciascuno a suo modo troppo grande, l'altra tragedia della logica inflessibile dettata dalla ragion di stato. Seguirono la tragedia d'ambiente storico Julia (1851), la tragicommedia Ein Trauerspiel in Sizilien (1851), il dramma della passionalità estetica Michel Angelo (1855), la raccolta di Erzählungen und Novellen (1855). Di questi anni è il capolavoro di tutta la sua attività, almeno nel senso del pieno dominio dei proprî mezzi tecnici e stilistici, Gyges und sein Ring (1856). H. elaborò e integrò la leggenda di Gige e Candaule: la tragedia, infatti, è quella provocata dalla dignità femminile, di Rodope, offesa perché il marito Candaule ha svelato a Gige la bellezza di lei, e quindi assetata della vendetta più integrale, quella per cui non risparmia neppure sé stessa. Il già citato Gyges und sein Ring segna per H. un culmine, ma segna anche il limite oltre il quale la sua polemica presenza nel suo tempo soffre di un distacco estraniante. Convalida di tale distacco, dopo il poemetto in esametri Mutter und Kind (1859), è la trilogia dei Nibelunghi (Der gehörnte Sieg f ried, Siegfrieds Tod, Kriemhilds Rache, 1861), faticosa rievocazione di miti non selezionati nelle loro stratificazioni e mal conciliati con la tragica visione del mondo sino in ultimo non smentita. H. lasciò incompiuto il dramma Demetrius (postumo, 1864) e, a partire dal 1836, scrisse Tagebücher, di alto interesse per la conoscenza dell'uomo e del poeta.