Stato dell’America Centrale, formato dall’isola omonima e dalle Grenadine meridionali; di origine vulcanica, appartiene alle Piccole Antille. Il clima è di tipo subequatoriale, con precipitazioni abbondanti nelle aree interne più elevate. La popolazione, oltre all’inglese, parla un idioma creolo di origine francese. Più della metà degli abitanti (53%) segue la religione cattolica, gli altri sono anglicani e metodisti.
L’attività economica più diffusa è quella agricola, fondata soprattutto sulla coltivazione del cacao, del banano, della vaniglia e della noce moscata (esportata soprattutto in Gran Bretagna). L’industria, rappresentata da piccole fabbriche per la trasformazione dei prodotti agricoli, svolge un ruolo alquanto marginale, mentre maggior peso ha il terziario e, in particolare, il turismo (118.000 visitatori nel 2006). In cronico passivo è la bilancia commerciale, a causa delle importazioni di generi alimentari e di manufatti, e rimane elevato il debito estero (492 milioni di dollari nel 2006). Il porto principale è Saint George’s.
Scoperta nel 1498 da Colombo, che la denominò Concepción, G. rimase sotto il controllo degli indigeni Caribi fin verso la metà del 17° sec., quando vi furono i primi insediamenti francesi. Soggetta formalmente alla corona di Francia dal 1674, fu ceduta all’Inghilterra con la pace di Parigi (1763) e definitivamente, dopo una temporanea riconquista francese nel 1779, con il trattato di Versailles (1783). L’importazione di schiavi africani, avviata alla fine del Seicento (dopo lo sterminio degli indigeni) e proseguita fino al 1807, accompagnò l’espansione della coltura della canna da zucchero. L’abolizione della schiavitù (1834) fu seguita dallo sviluppo, accanto alle grandi piantagioni, della piccola proprietà contadina e il cacao, la noce moscata e, dalla metà del Novecento, la banana si affermarono come principali prodotti di esportazione, mentre lo zucchero subì un lento declino; l’economia restò comunque fortemente dipendente dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti.
A partire dal 1951, quando fu introdotto il suffragio universale, Londra concesse a G. una graduale autonomia, fino al conseguimento dell’autogoverno interno nel 1967 e infine dell’indipendenza nell’ambito del Commonwealth (1974). Forza politica egemone dal 1951 al 1979 fu il Grenada United Labour Party (GULP), dominato dalla figura del suo leader carismatico, E. Gairy, che solo in due legislature (1957-61; 1962-67) perse la maggioranza parlamentare a vantaggio del Grenada National Party (GNP) di H. Blaize. Dall’iniziale populismo Gairy sviluppò una politica sempre più autoritaria e nel 1979 fu rovesciato da un’insurrezione che portò al governo popolare rivoluzionario di M. Bishop, leader del New Jewel Movement (NJM), di ispirazione marxista. Nell’ottobre 1983, ucciso Bishop in un conflitto interno al NJM, G. fu invasa da forze statunitensi che posero termine al regime rivoluzionario, ristabilendo libere elezioni nel 1984. Tornò al governo Blaize; dopo la sua morte, le elezioni del 1990 diedero la vittoria a una nuova formazione centrista, il National Democratic Congress (NDC), il cui leader N. Brathwaite divenne primo ministro. Il governo guidato da Brathwaite si impegnò, sul piano internazionale, nel tentativo di raggiungere una maggiore integrazione economica e politica con Dominica, Saint Lucia e Saint Vincent e Grenadine; sul piano interno confermò la politica economica restrittiva della precedente amministrazione, procedendo a una serie di tagli alle spese sociali. Sulla stessa linea si è mosso K. Mitchell, del New National Party (NNP), eletto nel 1995, riconfermato nel 1999 e nel 2003, sconfitto dal NDC nel 2008 e tornato al governo a seguito delle elezioni del 2013, cui dopo le consultazioni del 2022 è subentrato il leader del NDC Dickon Mitchell.