In grammatica, il verbo che esprime un’azione la quale non passa dal soggetto a un complemento oggetto; sono i., per es., dormire, andare, venire, partire ecc. (quando vi sia un complemento diretto, come nella frase dormire sonni tranquilli, si dà a esso il nome di complemento dell’oggetto interno). Il verbo i. può avere solo la forma attiva e assume forma passiva unicamente per esprimere valori impersonali (come nel lat. itur «si va», ventum est «si venne» ecc.). Numerosi verbi hanno doppio uso, i. (scendere dal monte) e transitivo (scendere le scale). Si dice i. pronominale il verbo che si coniuga con le particelle pronominali atone mi, ti, si senza assumere valore riflessivo (pentirsi, ammalarsi, accorgersi ecc.).
Gruppo i. Gruppo non transitivo; precisamente: se G è un gruppo di trasformazioni biunivoche in sé di un insieme I, G si dice i. se, trasformando un elemento P di I mediante tutte le trasformazioni di G, non si ottiene tutto I, ma solo un suo sottoinsieme proprio J: tale sottoinsieme è il sistema di intransitività o sistema invariante determinato da P. Ogni elemento di I appartiene a uno e un solo sistema di intransitività. Per es., se I è un piano euclideo e G è l’insieme di tutte le traslazioni parallele a una data retta r, G è i. perché un punto P di I può mutarsi solo nei punti della retta J passante per P e parallela a r; le rette parallele a r costituiscono appunto i sistemi di intransitività del gruppo G.