(sanscr. Kaśmīrās, o Kaśmīra) Regione del subcontinente indiano, controllata per due terzi dall’India, per una piccola parte dalla Cina e per il resto dal Pakistan, che non ha mai rinunciato a rivendicarlo, sia per motivi etnico-religiosi (la maggioranza della popolazione è musulmana) sia per il suo interesse all’utilizzazione delle acque dei fiumi. La parte indiana è compresa nello Stato di Jammu e K. (100.569 km2), con Srinagar capitale estiva, Jammu quella invernale.
Il K. si estende tra i monti del Karakoram a NE e i rilievi prehimalaiani a SO, sul cui versante meridionale è la pianura di Jammu. Include a N il bacino montano del fiume Indo. Il clima è temperato nelle regioni basse, ma con sensibili escursioni annue. La piovosità è di norma considerevole. Rigoglioso e pittoresco il manto forestale, ampie le zone a pascolo, in cui si esercita l’allevamento. Le colture si valgono dell’irrigazione: si coltivano specialmente riso, orzo e granoturco, e svariati alberi da frutta. Si alleva il baco da seta. Alle tradizionali lavorazioni degli scialli di lana e del legno scolpito si affiancano industrie tessili, alimentari, meccaniche e del cemento. Notevole la produzione di energia idroelettrica. Il paese ha grande importanza per gli scambi commerciali.
La lingua principale parlata nel K. è la kāśmīrī. Altre lingue sono il balti nel Baltistan e il ladakh nel Ladakh, del gruppo tibetano; la kohistānī nel Kohistan e la shinā a Gilgit.
L’indipendenza nazionale si ebbe con i Gonandiya (345-622) e con la successiva dinastia Karkōta (622-856): a questo periodo risalgono le più antiche e attendibili notizie storiche sul K., conservate nella Rājatarasiginī di Kalhana (12° sec.). Nel 14° sec. vi si affermò l’islamismo, quindi si susseguirono le dinastie di dominatori musulmani, finché (1586) Akbar annetté il K. al suo impero. Nel 1752 passò sotto il dominio degli Afghani e poi sotto i Sikh (1819). Con il trattato del 1846, dopo la prima guerra dei Sikh, fu insediato il mahārāja di K. e Jammu nella persona di un vassallo rajputa di Ranjit Singh. Quando nel 1947 fu attuata la separazione dell’Unione Indiana dal Pakistan, lo Stato di K. e Jammu fu inserito nell’Unione, mentre circa un terzo del K. rimase sotto il controllo del Pakistan, che volse le sue mire anche verso il K. indiano, con grave stato di tensione. L’intervento dell’ONU, dopo la guerra fra India e Pakistan (1965), aprì la strada alla firma di una dichiarazione comune indo-pakistana (1966) che pose termine al conflitto, senza tuttavia risolvere la questione del K., che da allora è riesplosa periodicamente, con ripetuti scontri di frontiera. A questi si accompagnano i gravi atti di terrorismo messi a segno nel K. indiano dai guerriglieri indipendentisti islamici.
I ritrovamenti preistorici più significativi provengono dal sito di Burzahom (Srinagar), noto già come sito megalitico. Per l’età storica, il documento più antico è stato rinvenuto a Khalatse (figura graffita su un masso, accompagnata da un’iscrizione, 1° sec. a.C.). Le testimonianze artistiche relative al periodo precedente il 6° sec. d.C. sono tutte riferibili alla regione del Gandhāra. Solo in opere come la statuetta di Viṣṇu (6° sec.) è possibile individuare per la prima volta uno stile propriamente kashmiro. La scultura, già sviluppata nel 7° sec., attraversa una fase classica, con produzioni di grande inventiva ed eleganza, tra 8° e 10° secolo. Famosi sono i bronzi del K., spesso intarsiati in rame e argento. Meno diffusa, ma ugualmente importante, è l’arte della terracotta (sito di Harwan, 5° sec.). Di notevole pregio è la scultura buddhista in avorio. Le illustrazioni policrome sulle copertine di legno di manoscritti (7° sec.), rinvenuti all’interno di stupa buddhisti a Naupur (Gilgit), e i più tardi dipinti murali nel monastero di Alchi (Ladakh), danno un’idea di quella che doveva essere la tradizione pittorica del K. di epoca medievale. Il più antico monumento religioso è il tempio in pietra di Loduv (6° sec.), mentre il tipico tempio kashmiro è rappresentato dal santuario di Martand (8° sec.), il cui modello verrà elaborato nei templi di Avantipur (856-883). Tra i grandi santuari buddhisti dell’8° sec., importante è quello di Parihasapura.