Pittore giapponese (Yedo, od. Tokyo, 1760 - ivi 1849). Uno tra i pittori dell'Estremo Oriente più conosciuti e apprezzati in Europa dal tempo dell'impressionismo, si dedicò soprattutto all'incisione in legno, elaborando successivamente uno stile proprio nel quale il paesaggio divenne elemento sempre più importante (Le 36 vedute del Fuji). La sua vasta cultura figurativa, sostenuta da una curiosità insaziabile, conferma la sua conoscenza di quasi ogni scuola giapponese e dà particolare significato alla sua posizione storica, conclusiva di un periodo artistico iniziato circa duecento anni prima.
Nato in una famiglia assai povera, all'età di cinque anni fu adottato dal fabbricante di specchi Nakajima Ise, dal quale apprese i primi rudimenti del disegno. A quindici anni andò a lavorare presso un incisore e poté, nel 1778, divenire allievo di Katsukawa Shunsho, della scuola dell'Ukiyo e, artista specializzato nei ritratti di attori; per un certo numero di anni H. fu noto specialmente per i surimono (letteralmente: "cose stampate"), incisioni in legno accompagnate da versi augurali, rappresentanti scene della vita quotidiana o nature morte. In virtù della convenzione secondo cui un artista assumeva parte del nome del suo maestro, egli si firmò allora Shunrō, il primo di circa cinquanta nomi che H. assunse in seguito, rivelando anche in ciò il suo temperamento inquieto. Il nome di H. fu da lui assunto per la prima volta nel 1798. In seguito abbandonò la maniera dell'Ukiyo, formandosi uno stile proprio nel quale il paesaggio divenne un elemento sempre più importante. Sentì profondamente l'influenza di Utamaro, lo straordinario creatore di figure femminili, e della scuola Nagasaki, orientata verso gli schemi prospettici occidentali. DoNel 1806 (la morte di Utamaro gli lasciava ormai libero il campo, dopo una strenua lotta per affermarsi) pubblicò una serie di stampe colorate, illustranti il dramma Chunshingura; tra il 1814 e il 1819 apparvero i primi dieci tomi di uno dei suoi capolavori, il Mangwa, opera di 15 volumi, con schizzi dedicati a ogni sorta di soggetti, che rivelano l'influsso della scuola classica e dei maestri cinesi. Verso il 1820 la sua arte entrò in una nuova fase con Le 36 vedute del Fuji, Le cascate, I ponti, I fiori, serie di stampe composte con pochi colori e con larghezza di disegno. Verso il 1830 iniziò la serie dei Fantasmi Shashinkio (10 grandi incisioni in legno). Il suo stile si fece, nelle opere più tarde, manierato e un poco eccentrico, pur restando originale e robusto. Dopo il 1830 cominciò a illustrare una antologia classica giapponese, Cento poemi narrati dalla nutrice, pubblicando solo 27 incisioni; alcune splendide stampe colorate, edite a parte, sono di questo periodo. Si contano circa trentamila suoi disegni; illustrò circa cinquecento libri.