Uomo politico austriaco (Vienna 1711 - ivi 1794). Rappresentante dell'assolutismo illuminato, fu ambasciatore a Parigi (1750-53) e cancelliere di Stato (1753). Diventato l'arbitro della politica estera austriaca, promosse il cd. rovesciamento delle alleanze attraverso l'avvicinamento alla Francia in vista del conflitto con la Prussia (guerra dei Sette anni). Nonostante la sua politica estera antiprussiana, non riuscì a togliere la Slesia a Federico II. Aderì alla prima spartizione della Polonia (1772). Si dimise (1792) perché contrario all'acquisto della Baviera, che avrebbe comportato la perdita dei Paesi Bassi austriaci e il rafforzamento della Prussia in Polonia e della Russia in Ucraina.
Entrato (1735) al servizio dell'imperatore come consigliere aulico, passò quindi nella diplomazia. Ambasciatore a Torino (1742-44), ministro presso la luogotenenza dei Paesi Bassi austriaci (1744-46), rappresentò Maria Teresa al congresso di Aquisgrana (1748-49). Autore della sostituzione dell'alleanza francese all'altra, tradizionale, con le potenze marittime, non ebbe all'inizio il consenso di Maria Teresa. Poi (1750-53), ambasciatore a Parigi, preparò abilmente il terreno per un riavvicinamento politico tra i due paesi. Cancelliere di stato (1753), divenne l'arbitro della politica estera austriaca, coronando (1756 e 1757) il suo disegno per il rovesciamento delle alleanze. Mediante l'accordo con la Francia, K. aveva sperato di poter ritogliere la Slesia a Federico II, ma l'esito della guerra dei Sette anni non corrispose alle sue aspettative. Tipico rappresentante dellilluminato, K. provvide a riformare sostanzialmente anche l'ordinamento interno dello stato, con l'intento di rafforzare in ogni modo la capacità economica e finanziaria, presupposto di una salda struttura politica. Diresse la politica estera per quasi quarant'anni, fino al 1792. Rimase sempre fedele al suo programma di avversione costante alla potenza prussiana, considerando obiettivo principale della sua attività la conservazione del predominio austriaco in Germania. Non contrastò l'espansione territoriale prussiana quando questa non si risolveva anche in un diretto danno per l'Austria (perciò aderì alla prima spartizione della Polonia, che nel 1772 procurò all'Austria la sovranità sulla Galizia e sulla Lodomiria), ma si oppose all'accordo di Pillnitz (1791) con la Prussia contro la Francia rivoluzionaria. Si dimise (1792) perché considerava inaccettabile l'acquisto della Baviera, che avrebbe comportato non solo la cessione dei Paesi Bassi austriaci a Carlo Teodoro, ma anche un aumento di potenza della Prussia e della Russia, rispettivamente in Polonia e in Ucraina. Uomo di alta cultura, amante delle arti, collezionista avveduto, durante il regno di Giuseppe II dette organizzazione scientifica alle raccolte imperiali e le aprì al pubblico, riunendole nel palazzo del Belvedere superiore (catalogo di Ch. von Mechel, 1783).