Famiglia di virus a RNA (retrovirus) caratterizzati da un lungo periodo di incubazione negli organismi infettati e da meccanismi patogenetici diversi da tutti gli altri virus che generalmente causano infezioni acute. Questi virus sono anche in grado di elaborare una serie di strategie per sfuggire ai meccanismi immunitari di difesa dell’ospite. La trasmissione avviene esclusivamente attraverso liquidi corporei e ogni fattore che faciliti tali scambi su larga scala determina l’epidemia. Gli studi sui L. hanno assunto grande importanza negli anni 1990 in seguito alla grande diffusione dell’AIDS, di cui sono agenti patogeni. Nella tabella sono riportati i tipi di L. conosciuti, classificati con criteri tassonomici moderni, basati sull’omologia delle sequenze nucleotidiche.
Il Maedi-Visna virus e il virus dell’artrite ed encefalite caprina (CAEV, Caprine Arthritis Encephalitis Virus) sono considerati i 2 prototipi di virus dei piccoli ruminanti. Questo virus ha un tempo di incubazione di 1 o 2 anni; la causa del propagarsi dell’infezione è generalmente collegata all’abitudine di tenere un gran numero di pecore, soprattutto durante l’inverno, in stretto contatto. Il virus dell’anemia infettiva equina (EIAV, Equine Infectious Anemia Virus) è una delle più importanti cause di infezione nei cavalli e nei muli in tutto il mondo. Unico fra tutti i L., si replica nel plasma e viene trasmesso attraverso la puntura di insetti.
La caratteristica più grave dell’infezione da L., l’immunodeficienza, si manifesta nell’uomo e nelle scimmie: l’EIAV è generalmente correlato all’HIV-2 e si replica nei linfociti T umani in coltura; è molto virulento e provoca, nei macachi, la stessa sintomatologia che l’HIV provoca nell’uomo. È stato identificato agli inizi degli anni 1970 durante esperimenti sulla trasmissione dei linfomi nelle scimmie reso. Nello stesso periodo sono state segnalate, in altri centri di ricerca, infezioni letali di natura sconosciuta che determinavano, nelle scimmie, linfomi, leucoencefalopatie progressive e tubercolosi. L’associazione del virus che infetta i macachi con il virus umano HIV è stata fatta retrospettivamente, negli anni 1980, utilizzando campioni congelati di sieri delle scimmie infette. La malattia determinata dai L. può essere primaria, causata cioè dal virus stesso, o secondaria, indotta da infezioni opportunistiche che insorgono per la perdita delle difese immunitarie. Il periodo di incubazione del virus si estende da poche settimane a tutta la vita dell’individuo infettato; in questo caso l’ospite è clinicamente normale ma può essere una continua fonte di infezione.