Studio delle acque continentali non correnti: laghi, stagni, paludi, ecc. Alcuni, specialmente tra i biologi, vi comprendono anche lo studio dei corsi d’acqua, ritenendo che i laghi non possano essere trattati in maniera disgiunta dai fiumi poiché gli uni e gli altri fanno parte di una rete idrica ininterrotta. In tal caso si distinguono habitat lentici (➔ lentico, habitat), delle acque calme, e habitat lotici (➔ lotico, habitat), delle acque correnti.
Mentre l’idrobiologia studia gli aspetti biologici, la l. esamina la massa d’acqua in modo completo, con l’apporto di svariate discipline: geomorfologia, geologia, chimica, fisica, ecologia, botanica, zoologia. La l. studia la distribuzione spaziale dei laghi qual è oggi e qual era in passato, distribuzione dovuta alla morfologia terrestre e alle vicende del clima. Le dimensioni e la forma dei bacini lacustri influiscono sulla quantità d’acqua contenuta nei laghi e sulla sua distribuzione alle varie profondità e, di conseguenza, su molte caratteristiche fisiche e biologiche dei corpi idrici. Lo studio geomorfologico apre la strada al riconoscimento delle svariate cause geologiche che hanno formato la conca lacustre e misura il tempo occorso perché il lago raggiungesse la fisionomia attuale. L’acqua contenuta nel lago deve essere studiata con procedimenti propri della chimica e della fisica.
La composizione chimica delle acque lacustri è complicata dalle molte sostanze in soluzione, in parte prodotte da organismi acquatici, in parte provenienti dall’atmosfera, dalle terre circostanti e dall’azione umana, quest’ultima, spesso, gravemente inquinante.
Quanto alla fisica, essa concorre alla l. soprattutto per quanto riguarda l’energia che la massa d’acqua riceve: energia termica e luminosa che proviene dal Sole ed energia meccanica conferita dal vento, le une e l’altra fattori fondamentali delle caratteristiche dei laghi come elementi del paesaggio geografico e come ambienti di vita.