(lettone Vidzeme; russo Livonija; ted. Livland) Regione storica baltica (47.000 km2) estesa tra Lettonia a S ed Estonia a N, suddivisa a partire dal 1920 tra i due paesi, seguendo un confine etnico. Area di transito di popoli rivali, la L. emerse nella storia intorno al 9° sec., quando cominciò a essere percorsa da Scandinavi, Russi, Lituani. Verso la seconda metà del 12° sec. la sua popolazione, i Livoni, era divisa in quattro unità politiche, saldamente organizzate. Promotore dell’evangelizzazione e della conquista tedesca della L. fu Alberto di Buxhövden, consacrato vescovo della L. nel 1199. Con l’aiuto di crociati (nel 1204 Innocenzo III, con una bolla, aveva equiparato la partecipazione alla crociata in L. alla partecipazione alle crociate in Terra Santa) e dell’Ordine dei Portaspada, Alberto, che nel 1201 aveva fondato la città di Riga fissandovi la sede vescovile, sottomise i Livoni, quindi i Seloni, i Letgalli e gli Estoni. Nel 1207 il vescovo si fece riconoscere, da Filippo di Svevia, signore della L., da allora feudo dell’Impero. Il territorio conquistato fu suddiviso nel 1226 in tre parti eguali tra il vescovo, la città di Riga e l’Ordine dei Portaspada. Nel 1236 (il vescovo Alberto era morto nel 1229) i Portaspada subirono una sanguinosa sconfitta da parte dei Lituani. L’Ordine Teutonico assunse l’eredità dei Portaspada decimati e proseguì la lotta contro i Curioni e i Semgalli, fino a sottometterli definitivamente. Entrata nell’ambito dell’Impero, la L. fu teatro per oltre tre secoli di aspre lotte fra la Chiesa (arcivescovo di Riga), l’Ordine Teutonico e la Hansa. Il lungo dominio teutonico, che durò sino al 1561, ridusse le popolazioni agricole allo stato di servitù della gleba e non consentì il formarsi di una classe dirigente dalla nobiltà feudale, lettone ed estone. Devastata nel 1558 da Ivan IV, in mano alla Polonia dal 1541 al 1621, della Svezia dal 1621 al 1710, quando fu occupata dalle truppe dello zar, al termine della grande guerra nordica la L. fu ceduta alla Russia (1721), che la tenne sino al 1918, inserendola nelle cosiddette Province Baltiche. Seguì poi le sorti della Lettonia.