In un punto della Terra, la linea retta (detta anche linea m.) che, intersezione del piano del meridiano geografico locale con il piano orizzontale locale, individua la direzione SN del luogo; accanto a questa, che è la m. per antonomasia e che dovrebbe chiamarsi m. orizzontale, sono da considerare le intersezioni del meridiano locale con piani verticali (m. declinanti; fig. A) e con altre superfici (m. sferiche e m. cilindriche; fig. B). M. solare Altra denominazione degli orologi solari, in quanto questi si basano sulla constatazione che la lunghezza dell’ombra gettata su un piano orizzontale da un’asticciola verticale (gnomone) illuminata dal Sole varia con l’ora del giorno, toccando il suo valore minimo al mezzogiorno solare (cioè quando il Sole transita al meridiano) e indicando in questo momento la direzione SN, cioè quella della linea m.; se, come per varie ragioni conviene, lo gnomone non è verticale, ma è parallelo all’asse terrestre, una volta determinata la m., e quindi la ‘direzione’ delle ore 12 solari, le direzioni dell’ombra alle ore precedenti e seguenti (linee orarie) sono presto determinate: sapendo che in un’ora il Sole si sposta di 15°, si può tracciare il quadrante orario per tutto l’arco diurno. Un orologio del genere indica, naturalmente, il tempo solare vero (m. a tempo vero), ma è possibile avere indicazioni in tempo civile ordinario (m. a tempo medio; fig. C), anziché in tempo solare, tracciando sul quadrante la curva descritta dall’estremità dell’ombra dello gnomone al mezzogiorno civile durante il corso dell’anno, che rappresenta graficamente la differenza tra tempo solare vero e medio, la cosiddetta equazione del tempo (si tratta di una curva a forma di 8, nota come lemniscata del tempo medio).