motociclétta Motoveicolo (detto anche com. moto) con un telaio in tubi o lamiera stampata, un motore e due ruote di grande diametro complanari.
Si definiscono abitualmente leggere le m. con cilindrata di 51÷250 cm3, medie quelle con cilindrata di 251÷500 cm3, grandi quelle con cilindrata superiore a 750 cm3. Dal punto di vista tecnico, le m. possono essere divise in due grandi parti: il gruppo di propulsione, formato dal motore e dalla relativa trasmissione, e la ciclistica, che consiste nel telaio, nel gruppo manubrio-ruota anteriore, nel gruppo della ruota posteriore, freni, comandi e accessori vari. Nelle m. vengono impiegati motori ad accensione comandata a due o quattro tempi. I motori a due tempi sono molto apprezzati per la leggerezza e le elevate potenze specifiche, anche se pongono maggiori problemi di inquinamento da fumi di scarico e hanno consumi superiori. Sono usati generalmente su m. di piccola cilindrata (fino a 250 cm3). Il numero dei cilindri nelle m. di piccola cilindrata è generalmente uno, anche se non mancano m. da 125 cm3 bicilindriche. Per le cilindrate maggiori il frazionamento del motore in 2, 3, 4, 6 cilindri è diffusissimo nelle m. di impiego stradale, mentre rimangono prevalentemente monocilindrici i modelli fuoristrada.
Per molti anni la m. ha rappresentato un mezzo di trasporto economico, rivolto a chi non poteva accedere all'automobile; la produzione era concentrata sui veicoli di media e piccola cilindrata. A partire dagli anni Sessanta, la produzione di m. ha subito un periodo di crisi per poi riprendere sostenuta alla metà degli anni Settanta, ma con connotazioni diverse: la m., da veicolo utilitaristico, diviene uno strumento per il godimento del tempo libero, apprezzato soprattutto dai giovani. Inoltre, il mercato internazionale, fino ad allora saldamente dominato dalle industrie italiana e inglese, vede l'affermazione di quella giapponese (Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki). Durante gli anni Novanta è continuata l'affermazione, su tutti i mercati, dei costruttori giapponesi con cui sono riuscite a competere, con buone quote di vendita, praticamente solo le italiane Aprilia e Ducati, la tedesca BMW (sempre capace di realizzare moto di qualità da turismo e granturismo) e la statunitense Harley-Davidson.