mùsica sacra Nella comune classificazione dei generi musicali, insieme delle composizioni musicali attinenti alla vita religiosa. Il regolamento di Pio X (1903), raccogliendo le prescrizioni della Chiesa cattolica sulla materia, riserva il termine di m.s. alla musica destinata alle funzioni del culto (canti liturgici, messe, mottetti ecc.) e gli contrappone il termine di 'musica religiosa' per tutte le altre composizioni ispirate da sentimenti religiosi. Nel culto cattolico latino, la storia della m.s. si identifica per lungo tempo con l'evoluzione del canto gregoriano verso le forme sacre polifoniche. La musica è di regola vocale; unico strumento ammesso è l'organo. Solo eccezionalmente, a partire dal 15° sec., vengono introdotti altri strumenti. C. Monteverdi nel 1610 inserisce alcuni episodi strumentali in una messa. In seguito, lo stile profano influenza la m.s., incontrando però vivaci opposizioni. Con il finire del 18° e gli inizi del 19° sec., si avverte un vero cedimento nei confronti della musica profana. La riforma della m.s., sancita da Pio X, ristabiliva ufficialmente in tutte le chiese, dove non erano quasi più in uso, il canto gregoriano e la musica a cappella (senza strumenti), ammettendo che a essi potessero venire affiancate le forme più moderne "degne del tempio". Il Concilio vaticano II (1962-65) ha raccomandato la congruenza tra testi e musica per un accompagnamento di alto profilo della liturgia.