Nîmes Città della Francia meridionale (143.468 ab. nel 2007) in bassa Linguadoca, capoluogo del dipartimento del Gard. Sorge sul versante meridionale delle Garrigues e sulla linea di comunicazione naturale tra i bacini del Rodano e del Tarn (Garonna). Notevole la lavorazione e il commercio dei prodotti agricoli locali (vigneti della Linguadoca a S; Garrigues a N).
Sorge sul luogo dell’antica Nemausus, città dei Volci Arecomici, colonia di diritto latino agli inizi dell’Impero romano, che sotto gli Antonini sostituì Narbona come capitale della Narbonense ed ebbe la piena cittadinanza (Antonino Pio era originario di N. per parte di padre). Sede vescovile dal 5° o 6° sec., divenne nel 9° sec. sede di contea, incorporata nel 1185 nella contea di Tolosa. Fu centro cospicuo della eresia albigese fino alla conquista di Luigi VIII (1226). Passata definitivamente alla corona nel 1271, fu centro fiorente dell’industria tessile (pregiata per i drappi d’oro e i velluti), specie per l’apporto di artigiani italiani, ma, passata nel 16° sec. al calvinismo (nel 1576, nel giorno di s. Michele vi ebbe luogo il massacro di cattolici detto la Michelade), vide distrutta la sua prosperità dalla revoca dell’editto di Nantes (1685).
N. è la città francese più ricca di monumenti romani: l’anfiteatro, in blocchi di pietra, a due ordini di arcate, con breve attico e mensoloni per i pali del velario; il tempio, detto la Maison Carrée, corinzio, costruito da Agrippa nel foro e dedicato tra l’1 e il 2 d.C. a Gaio e Lucio Cesare; il Santuario della Fontana, in origine sacro al dio indigeno eponimo Nemausus e poi trasformato in Augusteum, comprendente il bacino della sorgente, ninfei, portici, un teatro e il cosiddetto tempio di Diana; la Torre Magna in cima al Monte Cavaliere, di pianta ottagonale, a 3 piani, preaugustea, forse mausoleo, o torre, di vedetta, o trofeo; la Porta di Augusto a due fornici.