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omofagia

Enciclopedia on line
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L’uso di mangiare carne cruda, specie in occasione di sacrifici religiosi.

Il mangiare la carne cruda della vittima sacrificale costituisce un caso specifico del sacrificio concepito come comunione; il suo principio informatore è probabilmente dovunque lo stesso, cioè quello di assorbire la particolare potenza conferita all’animale mediante la consacrazione. Appartenendo alla divinità o essendo la divinità stessa, la vittima deve essere consumata nel pieno possesso della sua natura, cioè viva e cruda, affinché il sacrificante possa raggiungere una vera e propria comunione. In questa direzione il costume di bere il sangue caldo della vittima, che in sé e per sé si riscontra in numerosi contesti cultuali, da taluni considerato quale ‘forma minima di o.’, va tenuto distinto dall’o. vera e propria che trae la sua caratterizzazione dal mangiare il materiale organico solido senza sottoporlo alla manipolazione della cottura.

L’o. era praticata nel quadro del culto dionisiaco dalle menadi come momento culminante di tutta l’azione cultuale: dopo l’inseguimento della vittima animale, questa subiva il dilaniamento (σπαραγμός) e veniva immediatamente divorata cruda (ὠμοϕαγία). Al di fuori del mondo greco l’o. è testimoniata in pratiche religiose proprie dell’Africa mediterranea sia in età antica (secondo s. Nilo Arabi del Sinai divoravano un cammello sacrificato), sia in età moderna nel folclore religioso persistente ai margini del cristianesimo e dell’islamismo dominanti. Riscontri nordafricani moderni di pratiche omofagiche associate a una condizione di esaltazione religiosa possono essere utilizzati anche per avviare la comprensione di testimonianze antiche relative all’o. dionisiaca.

Vedi anche
menadi (gr. Μαινάδες) Donne seguaci del culto orgiastico di Dioniso, che celebravano nell’ebbrezza le feste in suo onore. ● Analogamente le sacerdotesse di Apollo divenivano menadi quando erano invasate dal dio. Il termine, applicato talvolta anche ad altri culti orgiastici, è sostanzialmente sinonimo di ... Dioniso (gr. Διόνυσος) Una delle grandi divinità dell’Olimpo greco. Nacque da Zeus e da Semele, figlia di Cadmo. Si narrava che questa, per volontà sua o per fraudolento consiglio di Era, avesse chiesto a Zeus di apparirle in tutto il suo splendore, ma rimase incenerita dalla visione del fulmine di Zeus. Dioniso, ... eucaristia Sacramento centrale del cristianesimo, che da un lato commemora e, secondo la dottrina cattolica e di altre confessioni cristiane, rinnova il sacrificio di Gesù Cristo, e, dall’altro, attua la comunione dei fedeli con il Redentore e tra loro. 1. Teologia Il nome eucaristia proviene dai racconti neotestamentari ... divinità divinità Essenza, natura divina. Nel cristianesimo è riconosciuta alle persone della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. In senso più ampio, essere divino, dio, con riferimento alle figure delle mitologie antiche e delle religioni politeiste.
Categorie
  • PRATICHE CULTURALI in Scienze demo-etno-antropologiche
  • PRATICHE RITUALI E LITURGICHE in Religioni
Tag
  • AFRICA MEDITERRANEA
  • CRISTIANESIMO
  • ISLAMISMO
  • MENADI
Altri risultati per omofagia
  • OMOFAGIA
    Enciclopedia Italiana (1935)
    (gr. ὠμοϕυγία, da ὠμός "crudo" e ϕαγεῖν "mangiare") Nicola Turchi È l'atto rituale di mangiar crude le carni dell'animale sacrificato, nell'intento d'incorporarne la vita e la virtù in una comunione completa con lui. L'omofagia muove dal concetto magico che il contiguo agisce sul contiguo, la parte ...
Vocabolario
omofagìa
omofagia omofagìa s. f. [dal lat. tardo omophagia, gr. ὠμοϕαγία, comp. di ὠμός «crudo» e -ϕαγία «-fagia»]. – L’uso di mangiare carne cruda, sia abitualmente, presso popoli primitivi, sia in sacrifici religiosi, come atto rituale di divorare...
omofàgico
omofagico omofàgico agg. [der. di omofagia] (pl. m. -ci). – Relativo all’omofagia, spec. come pratica religiosa: rituale omofagico.
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