partiti polìtici Gruppi organizzati di individui che si uniscono volontariamente per la conquista e l'esercizio del potere politico in una comunità, con il fine di realizzare aspirazioni, ideali, interessi dei propri membri, dei simpatizzanti e dei propri gruppi di riferimento.
Nell'antichità e nel Medioevo esistevano gruppi assimilabili ai p.p. (patrizi e plebei, guelfi e ghibellini), ma venivano considerati come fazioni pericolose per l'unità della società. L'accezione positiva del termine si è diffusa in Età moderna, in genere in relazione all'affermazione delle prime forme di governo rappresentativo e dei parlamenti nazionali.
Dopo le esperienze dei p.p. parlamentari britannici del 18° sec. (whig e tory) e dei club della Rivoluzione francese, nell'Europa del 19° sec. si diffusero i p.p. di notabili, espressione di sistemi politici fondati sul suffragio ristretto e su una limitata partecipazione alla vita politica, privi di un'organizzazione stabile e fondati sull'operato di individui noti per il ruolo sociale. Questa struttura si modificò negli Stati Uniti nella prima metà del 19° sec. e in Europa tra 19° e 20° sec., con l'avvento della democrazia e del suffragio universale, nonché con lo sviluppo della questione sociale e del movimento operaio. La necessità di conquistare il consenso delle masse, mobilitarle e ottenerne il voto fu alla base della nascita di p.p. di massa, ossia di partiti organizzati, operanti in modo continuativo, con meccanismi regolari di reclutamento e finanziamento e con ampi mezzi di propaganda, guidati non più dai 'notabili' ma da 'politici di professione'.
All'interno del movimento operaio si svilupparono dei p.p. organizzativi di massa (come la SPD tedesca), che intendevano svolgere funzioni di educazione del proletariato e di trasformazione sociale e che consideravano il momento elettorale importante ma non decisivo nella prospettiva della rivoluzione sociale. In altri contesti, si svilupparono invece p.p. elettorali di massa (prima negli USA, poi in Europa), proiettati alla mobilitazione delle masse in vista delle elezioni e della conquista di un ruolo di governo.
Nel corso del 20° sec. i p.p. hanno continuato a svilupparsi secondo varie modalità: un modello particolare fu quello del partito leninista (→ Lenin), che era un partito guidato da rivoluzionari di professione, basato su una rigida ideologia e una ferrea disciplina. Alla fine del 20° sec. nei paesi democratici i p.p. si sono evoluti in formazioni di collegamento tra interessi e tradizioni, meno legati a una base ideologica e più orientati alla formulazione di un programma.