Pasta di gesso e colla usata per decorare oggetti (scatole, specchi, cornici ecc.) o mobili (cassoni). Sul supporto, ligneo o di cartone, di tali oggetti si incollava un velo di tela, poi rivestito di uno strato di p.; questa, impressa o incisa a stampo o alla stecca, o finemente modellata, era quindi colorata o dorata, o eventualmente dipinta. Per ottenere maggior finezza sul rilievo si usava talvolta intingere nella pasta un pennello e con quello tracciare, in rilievo, gli elementi dell’ornato. Si hanno, tra l’altro, bellissimi esempi di cofani e di cassoni italiani del 15° sec. decorati a p. (Orvieto, Museo dell’opera del duomo; Londra, Victoria and Albert Museum). Di p. erano anche eseguiti i nimbi e altri elementi in rilievo sulle tavole dipinte, specie nell’arte gotica.
Preparazione costituita da sostanze polverizzate mescolate con zucchero e pressate, dopo semplice inumidimento, generalmente sotto forma di dischi lenticolari; si possono preparare anche a umido, cioè impastando le sostanze polverizzate e lo zucchero con mucillagini di gomma, così da avere una pasta tenera che si stampa in p., poi essiccate a temperatura moderata.
Le p., oltre che per preparazioni farmaceutiche, si usano nell’industria dolciaria e possono essere costituite da zucchero aromatizzato con essenze varie.
In meccanica, piccola piastra in materiale d’attrito che nei freni a disco per autoveicoli viene premuta contro il disco per ottenere la frenatura della ruota; essa può essere sostituita con facilità quando il suo spessore, per l’usura dovuta all’attrito, raggiunge un determinato valore minimo.