Comune della prov. di Verona (17,6 km2 con 9486 ab. nel 2008, detti Peschierani o Peschierotti, letter. Arilicensi). Il centro è posto all’estremità SE del Lago di Garda, nel punto dove il Mincio esce dal lago e si dirige verso Mantova; è circondato da fortificazioni cinquecentesche. La principale attività economica è rappresentata dal turismo.
Nel Medioevo fu importante centro per la pesca nelle acque del Mincio. Per la sua posizione strategica, P. fu fortificata già dai Romani e dal 10° sec. munita di un castello, roccaforte dei ghibellini veronesi nel 1208 e alcuni anni dopo distrutto da Ezzelino da Romano. Conquistata dagli Scaligeri, fu nuovamente fortificata nel 14° sec.; sotto la successiva dominazione veneziana, costituì la principale fortezza e porto militare sul Garda della Repubblica che la fortificò di nuovo nel 1549, su progetto di Guidobaldo della Rovere, duca di Urbino. Nel 1796 P. cadde in mano agli Austriaci, poi cacciati dai Francesi; con il Trattato di Campoformio (1797) passò all’Austria ed entrò nella Repubblica cisalpina nel 1801; da allora rimase unita alla provincia di Mantova, finché fu restituita a quella di Verona, all’atto della sua incorporazione all’Italia (1866).
Resti di villaggi palafitticoli rinvenuti sulla collina presso il lago provano l’esistenza di una stazione preistorica; il ritrovamento soprattutto di materiali bronzei, insieme a quelli fittili, litici e in osso, ha fatto ritenere P. il più importante centro metallurgico dell’età recente del Bronzo. Gli scavi dei villaggi hanno messo in luce materiali d’età romana, periodo in cui il centro, esteso nell’area dell’attuale P., era noto con il nome di Arilica: tra i reperti due are menzionanti i nautae o navicularii Arilicenses, i battellieri addetti ai trasporti sul lago.
Assedio di P. Nella prima guerra d’Indipendenza, la fortezza di P., dopo un fallito tentativo di occupazione (1848), fu assediata e bombardata dai Piemontesi. Dopo 13 giorni i bombardamenti furono interrotti per offrire agli Austriaci assediati la resa con l’onore delle armi; al loro rifiuto, il lavoro delle artiglierie riprese fino alla capitolazione austriaca.
Convegno di P. Tenuto l’8 novembre 1917 (dopo la disfatta di Caporetto), riunì Vittorio Emanuele III con i ministri V.E. Orlando, S. Sonnino e L. Bissolati, P.-P. Painlevé con F. Foch per la Francia e D. Lloyd George con i generali W. Robertson e W. Wilson per la Gran Bretagna; contro il parere degli Alleati, che suggerivano di arretrare il fronte abbandonando il Veneto, il re fece prevalere la tesi italiana, di resistere agli Austriaci sulla linea del Piave.