Nome d'arte di Maximilian Goldmann, regista austriaco (Baden, presso Vienna, 1873 - New York 1943) naturalizzato statunitense nel 1940. Dominatore e riformatore della scena teatrale europea, grazie al suo eclettismo (sostenuto da ampiezza di interessi culturali e gusto per la sperimentazione) poté affrontare un repertorio vastissimo, imponendo la concezione novecentesca del regista quale unico vero creatore dello spettacolo. Il suo contributo al cinema, pur limitato direttamente a soli tre film, si estese a tutta la stagione del cinema tedesco espressionista e fantastico degli anni Dieci e Venti, per l'influsso che il gusto visionario e luministico delle sue messinscene teatrali esercitò su quello stile. Alla sua scuola si formarono i più importanti registi e attori tedeschi, molti dei quali avrebbero poi lavorato anche a Hollywood.
Cresciuto in una famiglia di commercianti ebrei, R. si appassionò al teatro e giovanissimo cominciò a studiare recitazione. Dopo le prime prove come attore a fianco di O. Brahm, fondò a Berlino il Kleines Theater (o Schall und Rauch, 1902), il cui repertorio era caratterizzato da un vivace piglio satirico e cabarettistico. Dal 1903 diresse numerosi spettacoli presso il Neues Theater. Allestendo autori moderni (Maeterlinck, Wedekind, Hauptmann) e rileggendo i classici con insolito realismo, precisò i suoi interessi registici: un sicuro gusto per lo splendore figurativo della messinscena e una lussureggiante immaginazione fantastica, supportati da scenografie spesso realizzate da pittori di valore e da svariate innovazioni tecniche, come il rivoluzionario impiego delle luci e dei suoni, di meccanismi e piattaforme girevoli, ecc. Ritiratosi O. Brahm, dal 1905 al 1932 R. diresse il Deutsches Theater (e poi via via il Kammerspiel, il Grosses Schauspielhaus, la Volksbühne, il Theater in der Josephstadt di Vienna, ecc.), affermandosi come uno dei maggiori registi della scena europea, geniale e innovativo, in grado di mettere in scena i testi più diversi: da Sofocle e Aristofane alla giovane drammaturgia tedesca, sfruttando ora spazi inediti (il circo), ora tradizionali, ora coinvolgendo grandi masse, ora pochi attori (fra i quali i celebri Moissi, Wegener, Pallenberg, Veidt, Jannings). Nel 1933, dopo la rappresentazione di Das grosse Welttheater di Hofmannsthal, fuggì dalla Germania nazista e si trasferì negli USA. Si dedicò anche al cinema, sebbene con scarsa fortuna. Realizzò alcuni film muti (Die Insel der Selingen, 1913; Eine venetianische Nacht, 1914; ecc.) e a Hollywood A midsummer night's dream (1935), versione cinematografica dell'opera di Shakespeare. Se il suo contributo diretto al cinema rimane marginale, la sua influenza indiretta fu enorme: si formarono presso di lui i più importanti registi tedeschi degli anni Venti e Trenta, molti dei quali avrebbero dato un contributo decisivo alla storia del cinema (Murnau, Leni, Lubitsch, Preminger, Dieterle, ecc.).