Liquido secreto dalle ghiandole salivari, annesse al cavo orale, che ha la funzione di umettare la mucosa buccale impedendone l’essiccamento e, negli animali che hanno raggiunto un certo livello di organizzazione, di avviare il processo digestivo grazie alla ptialina.
Le ghiandole salivari, presenti in molti animali terrestri e assenti negli acquatici, sono di vario tipo: versano il prodotto della loro secrezione nella cavità orale o in appendici connesse con la cavità orale in Insetti, Crostacei, Molluschi, Anellidi. Ghiandole salivari propriamente dette compaiono solamente nei Mammiferi. L’unico esempio di ghiandola pluricellulare presente nei Pesci è rappresentato da speciali ghiandole della lampreda, la cui secrezione impedisce la coagulazione del sangue della preda. Nei serpenti, le ghiandole velenigene sono rappresentate da ghiandole labiali modificate, il cui dotto è in rapporto con i denti del veleno. Negli Uccelli che catturano prede in acqua, le ghiandole buccali sono assenti; nelle altre specie di Uccelli si trovano numerose ghiandole sottolinguali e palatali, nonché caratteristiche ghiandole angolari, localizzate agli angoli della bocca e il cui secreto viene spesso utilizzato per la costruzione del nido.
Alcune ghiandole salivari hanno dimensioni piccolissime e sono annidate nella mucosa e nella sottomucosa delle labbra (ghiandole labiali), della guancia (ghiandole molari) e della lingua (ghiandole linguali); altre, le ghiandole salivari propriamente dette (v. fig.), hanno dimensioni maggiori e strutture ben definite e sono rappresentate dalle parotidi e dalle ghiandole sottomandibolari e sottolinguali. La funzione delle ghiandole salivari è regolata con un meccanismo nervoso riflesso da un centro nervoso situato nel bulbo, il nucleo salivatorio.
La s. è un liquido incolore, con una reazione vicina alla neutralità (pH 6,6 in media), che l’uomo secerne nella quantità di 1000-1500 cm3 al giorno. È costituita essenzialmente da acqua (98,7%), da sostanze inorganiche (0,8%) e da sostanze organiche (0,5%). I principali costituenti inorganici sono: i cloruri, i carbonati, i bicarbonati, i solfati, i fosfati e i tiocianati. I cloruri sono attivatori dell’amilasi, i bicarbonati e i fosfati costituiscono un sistema tampone che mantiene il pH salivare vicino alla neutralità, i tiocianati sembrano avere una notevole attività imbibente. I principali costituenti organici sono la mucina, piccole quantità di albumine e globuline, la ptialina, alcuni enzimi come proteasi, lipasi, fosfatasi, carbonicoanidrasi, una tromboplastina, una apoeritrina, e inoltre urea, acido urico, creatinina, amminoacidi, tiocianato, fenoli, fattori di crescita peptidici come l’NGF e vitamine. Il più importante enzima salivare, la ptialina, è un’idrolasi (x-amilasi) che attacca l’amido, scindendolo idroliticamente fino a destrine e maltosio, e continua la sua azione fino a che, nello stomaco, non viene inattivata dall’acido cloridrico. Nella s. sono presenti anche anticorpi come le immunoglobuline IgA, che contribuiscono alla difesa locale delle mucose.
Si classificano in benigni, maligni e misti. Ai benigni appartengono gli angiomi, i lipomi e, per la parotide, anche i neurinomi che prendono origine da fibre nel nervo facciale. I maligni sono rappresentati da sarcomi e da carcinomi. Particolari, per struttura istologica, sono i tumori misti, quasi esclusivi della ghiandola parotide. Sono tumori che insorgono per lo più nell’età media e che si accrescono senza provocare disturbi, lentamente, per anni, in forma di tumefazione ben delimitata, bernoccoluta, di consistenza variabile secondo le zone del tumore. La struttura è a lobuli, e ciascun lobulo presenta aspetti istologici diversi. La cura è chirurgica.