sinologia Scienza che si occupa dello studio della lingua, della letteratura, della storia e in genere di tutti gli aspetti della cultura cinese.
Il primo sinologo occidentale può essere considerato il gesuita M. Ricci (➔). La prima grammatica cinese a carattere scientifico fu la Notitia linguae sinicae del gesuita J.-H. Prémare (1728, ma pubblicata nel 1831). Il primo grande dizionario cinese-latino, compilato dal francescano B. Brollo, fu pubblicato in Francia come Dictionnaire chinois-français-latin nel 1813. La prima cattedra universitaria di lingua cinese fu istituita al Collège de France e ricoperta da J.-P.-A. Rémusat. Importante fu il contributo offerto dai gesuiti, fra i quali, oltre al citato Ricci, vanno ricordati: gli italiani M. Martini, P. Intorcetta e M. Ripa, fondatore a Napoli nel 1732 del Collegio de’ Cinesi che diede origine (1888) al Regio Istituto Orientale; il fiammingo P. Couplet; i francesi A. Gaubil e il citato Prémare.
Nella seconda metà del 19° sec. nelle maggiori istituzioni universitarie europee la s. era stabilmente rappresentata; in Italia la prima cattedra universitaria di lingue dell’Estremo Oriente fu istituita nel 1863 all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Iniziative a carattere scientifico, come congressi di orientalistica (il primo si tenne a Parigi nel 1873) e riviste specializzate (come il T’oung Pao «Il giornale dell’Oriente», fondato a Leida nel 1890) permisero sul finire del 19° sec. un fecondo scambio di studi e di esperienze. Agli inizi del 20° sec., importanti spedizioni scientifiche svilupparono le ricerche condotte sul campo. Vanno ricordate le spedizioni, sia in Cina sia in Asia centrale, di A. Stein, P. Pelliot, P.K. Kozlov, E. Chavannes, H. Maspero. A partire dagli anni 1920, gli studi sinologici, ormai largamente diffusi e istituzionalizzati nei paesi occidentali, sono stati favoriti anche dall’apertura della cultura cinese all’Occidente negli anni successivi alla Rivoluzione letteraria.